MILANO, 23 SET – Undici ex dirigenti della Pirelli sono stati rinviati a giudizio con le accuse di omicidio colposo aggravato e lesioni colpose gravi in relazione a 24 casi di operai morti di mesotelioma o che si sono ammalati di forme tumorali per l’esposizione all’amianto all’interno degli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti a Milano, tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’80. Lo ha deciso il gup di Milano Luigi Varanelli, su richiesta del pm Maurizio Ascione, che ha coordinato le indagini. Il processo si aprirà il prossimo 19 dicembre.
Gli ex dirigenti della Pirelli, mandati a processo oggi dal giudice, sono ex componenti del consiglio di amministrazione o ex amministratori delegati della società che sono stati in carica, per periodi diversi, negli anni che vanno dal ’79 all”88. Secondo l’accusa, infatti, in quel periodo gli operai, che si sono poi ammalati di forme tumorali gravi o sono morti per mesotelioma pleurico (la maggior parte dei 24 casi totali), lavoravano dentro gli stabilimenti milanesi, senza alcun sistema di protezione. Hanno subito dunque, secondo l’impianto accusatorio del pm che ha disposto consulenze scientifiche, esposizioni ”massicce e ripetute” all’amianto che hanno causato le malattie e le morti.
Gli operai vittime della sostanza tossica, poi messa al bando, lavoravano in diversi reparti, da quello relativo agli autocarri a quello delle mescole. L’amianto, stando al capo d’imputazione, veniva usato dalla mescola delle gomme alla tubazione dei serbatoi. Il reato di omicidio colposo, contestato a tutti gli ex responsabili Pirelli, è aggravato dalla violazione di alcune normative sulla sicurezza sul lavoro.
Nel procedimento, si sono costituiti parti civili i familiari delle vittime e degli operai ammalati, la Regione Lombardia, l’Inail, l’Asl di Milano. Il pm ha chiesto invece il non luogo a procedere per prescrizione in relazione a un’altra ventina di casi che erano stati contestati agli imputati da un altro magistrato. Per questi episodi, il gup ha disposto il proscioglimento proprio perche’ alcuni fatti erano prescritti o perche’ le vittime, in alcuni casi, avevano lavorato negli stabilimenti in un periodo anteriore rispetto a quello in cui erano in carica i dirigenti.
Pirelli si è difeso dicendo che ”ha sempre agito cercando di tutelare al meglio la salute e la sicurezza dei propri dipendenti con le misure adeguate alle conoscenze tecniche a disposizione nel corso degli anni. Pirelli non ha mai. utilizzato amianto quale componente nella produzione degli pneumatici” prosegue la nota anche se ”all’epoca l’uso dell’amianto negli edifici – sottolinea – era pratica comune nelle tecniche di costruzione”. Sopra e oltre ogni precisazione però resta ”il profondo dolore per quanto accaduto” e Pirelli sottolinea ”di essere sempre stata vicina ai propri ex dipendenti colpiti da malattie e alle loro famiglie”.