BOLOGNA – “Il mio attuale compagno è geloso, ma tende a controllarsi. Come persona è molto curiosa riguardo i miei fatti personali, però allo stesso tempo mi concede molta libertà.” Queste le ultime parole di Silvia Caramazza, la commercialista di 39 anni uccisa e nascosta nel congelatore di casa, pronunciate pochi giorni prima di sparire.
Il 24 maggio Silvia Caramazza si è presentata dai carabinieri di viale Panzacchi per sporgere denuncia. Nella camera da letto del suo appartamento, in viale Aldini 28, ha trovato “una microspia nascosta «nel contatore dell’acqua o sotto il termosifone» della camera da letto.” Una seconda cimice, nascosta nel divano in salotto, salterà fuori qualche giorno dopo.
Ai carabinieri Silvia Caramazza racconta: “E’ geloso, ma si controlla. E’ molto curioso dei miei fatti miei personali, però mi concede molta libertà.”
Soltanto pochi giorni dopo Silvia va da un’amica a Pavia e le confida che Giulio, il compagno, “è ossessionante, possessivo, asfissiante e che vuole lasciarlo.” Il 7 giugno Silvia Caramazza lascia Pavia e nessuno la rivede mai più viva. il 27 il suo cadavere viene ritrovato nel suo congelatore.