Anche il Signore è stato “carcerato dai nostri egismi, dai nostri sistemi, dalle tante ingiustizie. È facile punire i più deboli, mentre i pesci grossi nuotano. Recentemente – ha continuato – avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti, questa non è una utopia, si può fare, non è facile perché le nostre debolezze sono dappertutto, il diavolo è dappertutto, ma si deve tentare”.
Il Papa ha raccontato che gli capita di telefonare ad alcuni carcerati a Buenos Aires e si chiede: “Perché lui è lì e non io?”. “Mi domando: perché lui è caduto e non io? Le debolezze che abbiamo sono le stesse… È un mistero che ci avvicina a loro”.