
NAIROBI – Cristiani e musulmani divisi, i primi destinati alla mattanza, i secondi lasciati fuggire. Così hanno fatto i miliziani islamici Shebab che in Kenya, in un campus universitario, hanno trucidato 147 ragazzi. E come li hanno riconosciuti i cristiani dai musulmani? Con un test improvvisato: il Corano. Se lo sai a memoria, se conosci le sure, allora sei musulmano. Se invece con quel testo in arabo non hai confidenza, allora sei cristiano o comunque non musulmano e quindi degno di morire.
E così gli shebab hanno fatto razzia dei non musulmani, sparando e anche tagliando la gola con i coltellacci tanto familiari all’Isis, altra sigla del terrore.
Shebab: all’inizio una sigla estremista esclusivamente somala, poi da quando il Kenya è intervenuto militarmente in Somalia per difendere i propri confini dalle incursioni dei terroristi, i giovani miliziani hanno iniziato i blitz sanguinosi anche in Kenya. Come quello del settembre 2013 nel centro commerciale Westgate di Nairobi: 68 persone uccise con lo stesso metodo, il test del Corano.
Lo stesso test usato dai miliziani nell’isola di Lamu, sempre in Kenya, località turistica. Casa per casa, a uccidere chi le sure del Corano non le sa a memoria. Shebab per ora ha un orizzonte limitato a Somalia e Kenya ma se si affiliasse all’Isis, come alcuni temono, potrebbe diventare molto più pericoloso perché a quel punto conterebbe su un supporto finanziario e paramilitare notevole. In Nigeria Boko Haram, altra sigla sgozza-cristiani che un anno fa ha rapito 270 ragazze da una scuola, ha annunciato da poco la “fratellanza” con lo Stato Islamico.
(Foto Ap).