Capo le dà uno schiaffo sul sedere: "Colpa della memoria muscolare". Lei lo denuncia e ottiene 75mila euro di risarcimento (foto dal web) - Blitz quotidiano
A Belfast, la giovane Jayla Boyd, all’epoca diciassettenne e dipendente della catena JD Sports, è stata vittima di un episodio di molestie sessuali. Mentre svolgeva le sue mansioni di commessa, un supervisore l’ha colpita con uno schiaffo sul sedere. La gravità dell’atto è stata amplificata dalla giustificazione surreale fornita dall’uomo, il quale ha tentato di scusarsi parlando di un gesto istintivo dettato dalla “memoria muscolare”.
Nonostante l’evidenza dei fatti, confermata anche dalle telecamere di videosorveglianza del negozio, l’azienda non ha inizialmente adottato provvedimenti disciplinari immediati, costringendo la ragazza a continuare a lavorare nello stesso ambiente del suo aggressore.
Ciò che ha segnato profondamente Jayla, oltre alla molestia fisica, è stata la gestione carente da parte del datore di lavoro. Dopo aver sporto denuncia, la giovane si è allontanata prendendo dei giorni di ferie, sperando in un intervento risolutivo. Al suo ritorno, tuttavia, ha trovato un muro di silenzio: nessuno l’aveva informata sull’andamento delle indagini interne.
Il disagio è aumentato quando ha sospettato che il video dell’aggressione fosse diventato oggetto di chiacchiere tra i colleghi. Questa mancanza di supporto e sensibilità ha spinto la ragazza a rassegnare le dimissioni, sentendosi profondamente tradita da un sistema che avrebbe dovuto proteggerla.
Supportata dalla Commissione per le Pari Opportunità (ECNI), Jayla ha intrapreso una battaglia legale conclusasi con un risarcimento di 74mila euro. Solo dopo la sentenza, JD Sports ha presentato scuse ufficiali, confermando che il supervisore non fa più parte dell’organico e impegnandosi a rivedere le proprie politiche interne.
Nonostante la vergogna e lo stigma iniziale, Jayla Boyd ha dichiarato di non pentirsi della sua scelta. Il suo obiettivo oggi è chiaro: trasformare un’esperienza traumatica in un esempio di forza, incoraggiando altre vittime a non restare in silenzio davanti a simili abusi nel mondo del lavoro.