Certificati di malattia anche a distanza, le novità nel decreto semplificazioni (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Il decreto semplificazioni, introdotto con la legge numero 182 del 2 dicembre 2025, modifica la normativa del 2001 sui dipendenti pubblici e introduce l’uso dei “sistemi di telemedicina” per rilasciare certificazioni cliniche. Le pene per le false attestazioni restano immutate, ma per i dipendenti statali, in futuro, la visita potrà avvenire anche tramite videochiamata. Al contrario, per i lavoratori del settore privato la situazione non è ancora definita. Il testo precisa che “i casi e le modalità di ricorso alla telecertificazione” saranno stabiliti “con accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano”, su proposta del ministro della Salute. Fino all’adozione di tali regole, però, le visite da remoto non sono consentite.
Al momento, quindi, non cambia nulla nell’immediato: i medici di famiglia devono ancora verificare di persona lo stato di salute del paziente che richiede un certificato di malattia. I tempi per l’entrata in vigore delle nuove procedure non sono certi, poiché servirà prima l’approvazione degli accordi e dei decreti attuativi. Solo dopo questi passaggi, la telemedicina potrà essere applicata, ma esclusivamente nel settore pubblico, mentre il privato resta in attesa di un’eventuale estensione.
Il provvedimento introduce anche un’altra importante novità. Come spiega il sindacato dei medici Fimmg, “è contenuta nell’articolo 62 e riguarda la possibilità che hanno i medici di medicina generale di prescrivere i farmaci per patologie croniche fino a dodici mesi, riducendo la necessità di ripetere continuamente le ricette”. Anche questa misura richiede un decreto attuativo del Ministero della Salute, che sarà emanato entro 90 giorni dal 18 dicembre.
Inoltre, “sarà inoltre possibile – sottolinea il sindacato – ottenere i farmaci prescritti anche con documentazione di dimissione ospedaliera o referti del pronto soccorso, senza dover attendere una seconda prescrizione da parte del medico di famiglia”, facilitando così continuità assistenziale nei periodi festivi e prefestivi.