Papa Leone continua in Libano la missione di pace

Secondo giorno in Libano di Papa Leone “messaggero di pace”. Altra giornata intensa, altri appelli a cessare la guerra. Appelli che sabato ha rivolto direttamente al presidente Erdogan, domenica l’ha ripetuto al presidente del Libano Joseph Aoun e al suo primo ministro. Lunedì è stato un giorno intenso, iniziato molto presto. Papa Leone ha cominciato in papamobile (causa pioggia) al monastero di San Maroun ad Annaya dove ha pregato sulla tomba di San Charbel Makluf, il più famoso santo del Libano. Quindi ha visitato il museo del Monastero, ha benedetto una prima pietra della “Città della Pace” e nel pomeriggio si è recato in piazza Martiri dove è stato accolto dal patriarca Maronita, dal grande Imam sunnita e dal rappresentante Sciita.

Dopo un breve discorso c’è stata la piantumazione di un ulivo e il canto finale della pace. La giornata è terminata con il trasferimento al patriarcato di Antiochia dei Maroniti dove ha incontrato molti giovani e successivamente è rientrato in Nunziatura per l’incontro privato con le comunità religiose mussulmane e druse.

L’appello: i due Stati sono l’unica soluzione

Il Papa, a margine dei suoi discorsi ufficiali, ha ripetuto quanto aveva anticipato ai giornalisti mentre da Istambul volava a Beirut. Ha ripetuto: “La Santa Sede già da diversi anni pubblicamente appoggia la soluzione di due Stati ma, sappiamo tutti che in questo momento, Israele ancora non accetta questa soluzione che la vediamo come l’unica al conflitto che continuamente vivono”.

Poi ha proseguito: “Noi siamo anche amici di Israele e cerchiamo con le due parti di essere una voce mediatrice che possa aiutare ad avvicinarci ad una soluzione giusta per tutti”. Ha concluso: “Speriamo che Erdogan, con i suoi rapporti con il presidente di Russia, di Ucraina e degli Stati Uniti possa aiutare a promuovere il dialogo, il cessate il fuoco e risolvere questa guerra”.

Martedì rientro a Roma

Martedì 2 dicembre il Papa visiterà in mattinata il convento delle suore Francescane e poi visiterà “la Croix”, uno dei più grandi ospedali per disabili mentali del Medio Oriente. Quindi si trasferirà in auto al luogo della esplosione del porto di Beirut (4 agosto 2020) che ha ucciso oltre 200 persone e ferito 7.000. Alle 13.15 la partenza per Roma dove arriverà alle 16 (ora locale).

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Enrico Pirondini