Cronaca

Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi può dirci solo che non è di Stasi. È di Sempio? Potrebbe…

Sotto le unghie della povera Chiara Poggi è conservata una traccia di Dna, non – è troppo tardi per questo – l’indizio decisivo di una verità che le renda giustizia. Non la tessera mancante di un elusivo puzzle.

Come nella più celebre delle poesie di Montale, quel frammento genetico non può rivelare alcuna formula, al massimo può dire quello che non è: non appartiene ad Alberto Stasi, potrebbe appartenere ad Andrea Sempio ma non possiamo esserne sicuri. Codesto solo oggi può dirci la scienza applicata alle indagini processuali. Scienza tardiva e illusoria rispetto alle intenzioni.

Compatibile con il profilo genetico di Sempio

Dai calcoli biostatistici “con supporto moderatamente forte/forte e moderato” il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea genetica maschile della famiglia Sempio ma non è stato possibile “addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto”.

Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi può dirci solo che non è di Stasi. È di Sempio? Potrebbe… (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Così nella perizia depositata nell’incidente probatorio sul caso Garlasco, come anticipata dal Tg1. Tuttavia, secondo la genetista Denise Albani, che parla di aplotipo “misti parziali”, per la quantità e le condizioni del materiale biologico su cui si è lavorato non è stato possibile giungere a un risultato che fosse “certamente affidabile”.

“Non è possibile stabilire…”

In merito alle tracce genetiche estrapolate dalle unghie di Chiara Poggi, “non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano; quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato)” e infine “quando sia avvenuta la deposizione” stessa. Lo si legge nella perizia di Denise Albani sul caso dell’omicidio di Garlasco.

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Amedeo Vinciguerra