Il tribunale di La Spezia approva il cambio di sesso per un 13enne, è il più giovane d'Italia (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
A 13 anni e, primo in Italia così giovane, fino a poco tempo fa veniva considerata una bambina mentre adesso per tutti, Stato compreso, è un ragazzino adolescente.
Accade in provincia di La Spezia: qui vivono due gemelle. Una delle due, fin da piccola sviluppa tratti maschili. Ad accorgersene per prima è la sorella, poi i genitori che decidono di accompagnare la transizione per far diventare loro figlia un maschio.
E adesso il tribunale della Spezia, cui sono ricorsi i genitori, ha sancito e disposto la rettifica dell’atto di nascita. L’effetto è stato quello della riattribuzione del sesso anagrafico per questo adolescente di 13 anni. Si tratta del più giovane in Italia ad aver concluso il percorso di transizione di genere, da femminile a maschile.
Per arrivare a questa decisione il tribunale della Spezia, considerando “il percorso psicoterapico seguito con costanza, le terapie ormonali praticate con successo e la matura gestione del disagio sociale conseguente al processo di cambiamento”, ha deciso di accogliere la richiesta sotto forma di ricorso dei genitori di Giulio (nome di fantasia) assistiti dall’avvocato Stefano Genick di Viareggio “nella convinzione che l’adolescente abbia maturato una piena consapevolezza circa l’incongruenza tra il suo corpo e il vissuto d’identità come fino ad ora sperimentato” così “da consentire di concludere, altrettanto consapevolmente, un progetto volto a ristabilire irreversibilmente uno stato di armonia tra soma e psiche nella percezione della propria appartenenza sessuale”.
Per l’avvocato Genick questa “sentenza è storica in termini di precedente ed è il riconoscimento di un percorso di affermazione, ed è molto importante data anche la giovane età. A 13 anni la sua identità di genere è già consolidata, come hanno potuto accertare anche le perizie medico legali disposte dalla Procura”.
Già da piccolo Giulio aveva manifestato disagio per una femminilità che non sentiva sua. Per questo i genitori hanno avviato percorsi specialistici che hanno fatto emergere i disturbi dell’identità di genere, accertati dal centro di andrologia e endocrinologia dell’ospedale di Careggi di Firenze al quale la famiglia si è rivolta nel 2021, e dove l’adolescente è stato sottoposto a una terapia farmacologica. Poi ci ha pensato il tribunale: “Con il riconoscimento legale della riattribuzione di genere, insieme ad un precoce percorso terapeutico, è possibile – conclude Genick – mitigare le sofferenze che si trova ad attraversare chi soffre di disforia. Soprattutto nella fase della pubertà”.
Immediata la reazione di Pro-vita & Famiglia che promette battaglia. Scrive il portavoce jacopo Coghe: “A 13 anni la legge italiana non considera un minore maturo per farsi un piccolo tatuaggio sul braccio ma gli consente di subire una transizione di genere con terapie ormonali per cambiare sesso anagrafico e nome, è una follia. Ci batteremo per cambiare la legge italiana e impedire che minori possano essere coinvolti in transizioni sessuali, come sta avvenendo in sempre più Paesi al mondo”.