(Foto d'archivio Ansa)
Ogni giorno entrava in aula, faceva lezione, correggeva compiti e partecipava a riunioni senza ricevere mai una lamentela, ma c’era un dettaglio: non aveva la laurea, pur avendola dichiarata per ottenere incarichi scolastici. La verità è emersa e un uomo di 39 anni, che per anni ha insegnato in istituti superiori della Brianza e del Comasco, è stato condannato dalla Corte dei Conti della Lombardia a risarcire il ministero dell’Istruzione per 63.233,45 euro, corrispondenti agli stipendi percepiti indebitamente dal 2021 in avanti.
Racconta la cronaca locale che il docente aveva affermato di essere laureato in Ingegneria gestionale alla Federico II di Napoli, con votazioni di eccellenza, e di aver conseguito anche una specializzazione, titoli mai ottenuti. Grazie a queste dichiarazioni aveva ottenuto supplenze al liceo Marie Curie di Meda e all’IIS Luigi Castiglioni di Limbiate, presentando una “dichiarazione sostitutiva di atto notorio” attestante la laurea. Quando i controlli hanno scoperto la falsità, si è dimesso e si è spostato in altri istituti, continuando a insegnare con titoli falsi. Nel corso del procedimento, si è difeso sostenendo di aver agito per necessità economiche e convinto di poter svolgere comunque il lavoro con competenza. La Corte, però, ha ritenuto inequivocabile l’intento di ingannare l’amministrazione, confermando la restituzione integrale degli stipendi percepiti.