In barba a tutte le leggi e alle regole del vivere civile, i monopattini, eredità del Governo grillino, continuano a essere un pericolo ambulante. Sono pericolosi per i pedoni, senza distinzione di età perché anche a 20 anni se ti investe uno di quei bolidi sono guai. E lo sono anche per gli automobilisti: ti sgusciano da tutte le parti e se li urti e gli fai male con la tua macchina sarà sempre colpa tua, peggio che se investi l’incauta vecchina che si butta e passa col rosso. Pochissimi sono i conducenti di monopattini che rispettano le regole: casco, segnaletica, velocità, una sola persona per mezzo. Il contro mano è regola. Monopattini contro mano È proprio andava contro mano l’ultima vittima del monopattino fuori legge. Era un ragazzo di 16 anni che, riferisce Alessandro Ascione di Quattroruote, alla guida del suo monopattino elettrico ha imboccato in senso opposto la Provinciale 109 che in Puglia collega Gioia del Colle a Putignano: letale l’urto contro un’auto che transitava correttamente sulla strada. Li vedi in due, spesso la ragazza davanti e l’uomo, più grosso e ingombrante, dietro a guidare . Ma a volte sono tre, con un bambino in mezzo. E andando, come direbbe Montale, nel traffico che tartaglia, vedere con triste meraviglia cosa c’è nel telefonino e i suoi messaggi e il travaglio delle telefonate mancate. I marciapiedi sono per i monopattini quello che per Leclerc è la pista di Maranello. Se non ti scansi sei morto. Sempre Alessandro Ascione informa che sono già 15 i morti in monopattino nel 2015. Furono 20 del 2024. In proiezione, quest’anno si rischia di schizzare a quota 27. Morti e feriti secondo l’Istat I dati ufficiali di Quattroruote. A luglio 2024, l’Istat aveva lanciato l’allarme: i sinistri di utenti di monopattini elettrici erano cresciuti da 2.929 nel 2022 a 3.365 nel 2023, i feriti da 2.787 a 3.195, i decessi da 16 a 21. Numeri dai quali andavano esclusi gli incidenti che non avevano richiesto l’intervento delle Forze dell’ordine. Eppure, per arginare il fenomeno, sono state introdotte varie novità col nuovo Codice della strada, in vigore dal 14 dicembre 2024. Tutti (non solo i minori) devono indossare il casco. Inoltre, i monopattini possono circolare solo in città con limite di velocità massimo di 50 km/h: vietato viaggiare fuori dei centri abitati sulle piste ciclabili, contromano e sui marciapiedi. In quanto al targhino, dopo un primo decreto attuativo, se ne attende un secondo, col quale scatterà l’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile a carico dei guidatori di monopattini elettrici (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Dopo mesi di attesa, è ufficiale: i monopattini elettrici dovranno avere targa, assicurazione e rispettare nuove regole di circolazione. L’obbligo, previsto dalla riforma del Codice della strada del 14 dicembre scorso, era rimasto in sospeso in attesa del decreto attuativo. L’unica norma già in vigore finora era quella che limitava la circolazione ai tratti urbani con velocità non superiore ai 50 km/h. Ora, invece, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha firmato il provvedimento attuativo, stabilendo le caratteristiche del nuovo contrassegno identificativo.
Il targhino sarà adesivo, plastificato, non rimovibile, prodotto dall’Istituto Poligrafico e distribuito dalla Motorizzazione Civile. Misurerà 5×6 cm, con sei caratteri alfanumerici neri su sfondo bianco riflettente e simboli in trasparenza (emblema della Repubblica e sigla del Mef). Le lettere andranno da B a Z, escludendo vocali e alcune consonanti, mentre i numeri saranno compresi tra 2 e 9. Dovrà essere applicato sul parafango posteriore o, se assente, sulla parte anteriore del piantone dello sterzo, a un’altezza compresa tra 20 e 120 cm da terra. Chi sarà colto a circolare senza il targhino rischierà una sanzione da 100 a 400 euro.
Importante novità: il targhino non sarà legato al veicolo, ma alla persona che lo richiede, poiché i monopattini non rientrano nell’Archivio nazionale veicoli e sono privi di numero di telaio.
L’obiettivo del provvedimento è chiaro: identificare i trasgressori e garantire risarcimenti in caso di incidenti. L’estensione dell’obbligo del casco anche ai maggiorenni è un ulteriore passo verso la sicurezza, specialmente in contesti urbani sempre più affollati e complessi.
Tuttavia, restano alcuni punti in sospeso, primo tra tutti il costo del targhino. Finché il Mit, in accordo con il Mef, non lo definirà con un secondo decreto, non sarà possibile avviare le richieste e la distribuzione. Come sottolinea Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e referente Anci: “Serve al più presto un secondo decreto del Mit, d’intesa con il Mef. Non si può più consentire che chi investe un pedone e scappa resti senza volto e senza nome”. Altamura aggiunge che i controlli sono difficili da intensificare: “Servono più agenti nei Comuni”.
Nel frattempo, un altro provvedimento atteso è stato firmato: il decreto sull’alcolock. Il ministro Matteo Salvini ha approvato il testo che definisce il funzionamento del dispositivo che impedirà l’accensione del motore se il guidatore recidivo ha assunto alcol prima di mettersi al volante. Un ulteriore tassello per migliorare la sicurezza sulle strade italiane.