Strage Castel d'Azzano, ci avevano già provato a novembre, stavolta una sorella ha lanciato una molotov (foto Ansa-Blitzquotidiano)
È salito a 17 persone il bilancio dei feriti nell’esplosione del casolare di Castel D’Azzano, in provincia di Verona. L’aggiornamento riguarda i carabinieri feriti, che sono 13, cui si aggiungono tre poliziotti e un vigile del fuoco. Della incredibile vicenda – una eplosione deliberata – hanno fatto le spese i tre carabinieri che hanno perso la vita onorando con il massimo sacrificio il servizio cui erano comandati.
Il luogotenente Marco Piffari, il carabiniere Scelto Davide Bernardello e il brigadiere capo Valerio Daprà, assieme alle squadre speciali dell’Arma, stavano intervenendo per sgomberare l’edificio, pignorato da anni e dal quale dovevano venire evacuati i tre fratelli, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori da tempo alle prese con problemi finanziari e ipotecari.
Spicca, in questo senso, e ricostruisce la dinamica di quello che assomiglia a un atto terroristico, quello che diceva Maria Luisa Ramponi (lo riporta il Corriere.it) a novembre: un precedente con esito non tragico ma che avrebbe dovuto essere rivelatore e avrebbe forse dovuto mettere in guardia le forze dell’ordine giunte sul posto.
“Con mio fratello lottiamo da 5 anni per avere giustizia. Mio fratello ha avuto un pignoramento ingiusto, gli hanno portato via tutta l’azienda agricola, terreni ed adesso la casa. Oggi volevano fare lo sgombero e ci siamo opposti in tutti i modi; abbiamo riempito la casa di gas per riuscire a lottare”.
Lo raccontava Maria Luisa Ramponi in un filmato risalente al novembre scorso e pubblicato sul sito del Corriere della Sera. La stessa donna che la scorsa notte avrebbe lanciato la molotov che ha causato l’esplosione nel casolare uccidendo i tre Carabinieri.
“Sono cinque anni – spiegava Ramponi – che lottiamo con avvocati che si sono venduti, ci hanno rovinato, il tribunale fa di tutto per tenere nascosta questa cosa attraverso sentenze sbalorditive. Ci siamo trovati 5 anni fa una firma falsa in un mutuo e non si è più fermata la procedura per colpa degli avvocati. C’è un custode che continua a darci addosso, non abbiamo più nulla e continuaiamo a subire e subire. Ci resta – aveva aggiunto – solo la casa: anche quella ci vogliono portare via, ci hanno portato via terreni dal valore di un milione e ce l’hanno venduti a poco più di un euro”.
Spiegazioni che non spiegano la strage, giustificazioni che non giustificano nemmeno la disperazione di chi avendo perso tutto si prende, con un solo gesto, come fosse sua, la vita degli altri.