Cinque punti che fanno riferimento al ”progetto per l’Italia già presentato da Confindustria”. A partire, dice Conti, dalla ”madre di tutte le riforme” sul fronte di semplificazioni e sburocratizzazione. Gli industriali chiedono poi di tagliare i costi per le imprese, di intervenire sul costo del lavoro e prevedere ”un fisco più leggero”: per gli oneri sociali Confindustria chiede un taglio di 11 punti.
Quindi chiedono di ”ridare liquidità all’economia, pagando i debiti della P.a e sostenendo l’accesso al credito delle pmi; quarto punto correggere la riforma del mercato del lavoro per renderlo ”meno vischioso e inefficiente”, anche con ”un patto generazionale”, ”incentivazione all’esodo”, e sgravi fiscali per giovani, donne e Sud; Quinto punto, ”detassare gli investimenti in ricerca e innovazione e favorire gli investimenti pubblico-privati in infrastrutture materiali e non”, anche ricorrendo allo strumento del credito d’imposta”.
‘Tutto il Paese deve credere nell’obiettivo dell’alta crescita e rimboccarsi le maniche”, dice il leder degli industriali, Giorgio Squinzi, che chiede ”convinzione e condivisione politica”. ”Non serve inseguire provvedimenti che hanno respiro corto”, ma ”visione di lungo
periodo” e ”pochi provvedimenti ragionati e concreti”.