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Crisi di governo, mercati in fuga: Borsa negativa, banche affossate. Spread vola

di Maria Elena Perrero |30 Settembre 2013 15:11

Il Palazzo della Borsa a Milano (Foto Lapresse)

ROMA – La crisi di governo arriva a Piazza Affari: in apertura di seduta, lunedì 30 settembre, lo spread Btp-Bund è balzato a 288 punti base per poi attestarsi a 235, contro i 264 punti di chiusura di venerdì, mentre il differenziale Bonos-Bund segna 260 punti. Alle ore 15 lo spread è arrivato a quota 267.

A metà seduta Piazza Affari il Ftse Mib cede l’1,93%. L’incertezza si riverbera anche sulle altre borse del Vecchio Continente con Parigi che cede l’1,3%, Francoforte l’1% e Londra lo 0,8%. A Milano vanno a picco le banche e i titoli delle aziende di Berlusconi Mediolanum e Mediaset.

Maglia nera per la Bper (-4,84%) davanti a Intesa Sanpaolo (-4,3%), penalizzata anche per le tensioni al vertice che hanno spinto all’uscita il ceo Enrico Cucchiani, Mediobanca (-3,98%) e Ubi Banca (-3,9%). Vendite su Fonsai e Mediolanum (-4,2%) mentre Mediaset cede il 3,63%. Corre Telecom (+3,7%) con l’allontanarsi del rischio di un aumento di capitale. Ad aumentare il nervosismo dei listini europei contribuiscono le tensioni negli Usa sull’innalzamento del tetto del debito con il rischio che domani, in assenza di un accordo al Congresso, debba fermarsi tutta la pubblica amministrazione federale.

Gli analisti che osservano e cercano di spiegare ai mercati la situazione politica in Italia per ora fanno solo la conta dei possibili voti in Parlamento alla fiducia. ”La situazione politica in Italia si è deteriorata molto rapidamente nel corso degli ultimi giorni, contro una nostra vecchia previsione secondo cui la situazione personale di Silvio Berlusconi non avrebbe messo in pericolo la stabilità della coalizione di governo” commenta un analista di Unicredit. ”E’ estremamente difficile prevedere l’esito del voto di fiducia” e l’opinione dell’analista è che prima di andare ad elezioni il presidente Napolitano possa tentare anche di dare un nuovo incarico.

L’Italia è così di nuovo osservato speciale dei mercati dopo le dimissioni dei ministri del Pdl imposte da Berlusconi. Voci smentite hanno parlato di contatti fra il presidente della Bce, Mario Draghi, e Standard & Poor’s per scongiurare un taglio del rating.

Secondo i rumors, Standard & Poor’s avrebbe congelato una nuova bocciatura, dopo il downgrade a BBB con outlook negativo, in seguito alle rassicurazioni di Draghi. Francoforte smentisce seccamente, mentre da S&P arriva un “no comment”.

Ma Fitch avverte: ”La potenziale caduta del governo italiano mette a rischio gli obiettivi di bilancio e ”crea incertezza in un periodo cruciale. Un’incertezza prolungata” o ”una minor fiducia sul calo del debito/Pil dal 2014” sono ”inneschi potenzialmente negativi per il rating”.

In ogni caso gli occhi del mondo finanziario internazionale sono puntati su Roma. Già venerdì quella di Milano è stata la piazza peggiore d’Europa, e già allora lo spread italiano è tornato a superare quello spagnolo.

E le preoccupazioni adesso riguardano anche le prossime aste: quella dei Bot il 10 ottobre e dei Btp il giorno dopo.

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