Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini (Foto Ansa)
“Non possiamo dire che l’industria non sia stata ascoltata. Avevamo chiesto 8 miliardi l’anno per tre anni. Il governo ha capito che anche dalla ripresa dell’industria dipende il futuro dell’Italia e gli stanziamenti nel triennio sono arrivati a oltre 15 miliardi”. Lo spiega, in un’intervista al Corriere della Sera, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, commentando la legge di bilancio.
“Le risorse per iperammortamento e Zes Unica – aggiunge – sono fondamentali per rilanciare gli investimenti. La politica industriale ha riguadagnato il posto che le spetta nel dibattito politico. Il vero tema però è la forte preoccupazione che viene dal pericolo più grande: la deindustrializzazione del nostro Paese e dell’Europa. L’industria italiana ed europea sono sotto attacco. Da una parte la Cina inonda di prodotti a basso costo tutto il continente. Dall’altra Trump che fa di tutto per attrarre le nostre imprese. Serve un Piano. Lo abbiamo già condiviso con il governo, lo abbiamo chiamato ‘Rilancio Italia’, servirà a mettere in campo un’azione nel medio periodo coordinata su più fronti”.
L’Europa? “Ancora non ci siamo” prosegue Orsini: “Sembra solo interessata a introdurre regole e norme per rendere tutto ancora più difficile a chi vuole fare impresa. Lo dico da europeista convinto: questa Europa non la riconosciamo. Anche la revisione dello stop al motore endotermico nel 2035 è insufficiente”.
Che cosa vorrebbe da Bruxelles? “Tre cose – afferma ancora il presidente di Confindustria -: mercato unico dei capitali, difesa unica europea, mercato unico dell’energia. Così le nostre imprese potrebbero svoltare”. La nostra è l’energia più cara del continente.
“Questo è un punto cruciale – va avanti -. Sul tema abbiamo portato proposte concrete al governo. Ma è proprio l’Europa a non aver dato il via libera alla cartolarizzazione sugli oneri di sistema. Contiamo sul fatto che un intervento per ridurre il costo dell’energia per le imprese arrivi prima possibile”. Una cosa su cui ha trovato l’azione di governo ancora insufficiente? “La riduzione della burocrazia che ci costa ancora 80 miliardi l’anno. Si può fare di più. Per questo continuiamo a lavorare insieme sulle 80 misure a costo zero che abbiamo presentato” conclude Orsini.