Pensioni, Elsa Fornero: "Ma quali 'manine'. Il Governo sa che una controriforma non si può fare" (foto Ansa-Blitzquotidiano)
“Sono più amareggiata che soddisfatta. Insegnavo all’università e non mi aspettavo proprio di diventare ministro. Quando ho accettato era perché pensavo – scusi se sembra un’espressione pomposa, ma è la realtà – di servire il mio paese in questo ruolo. E il fatto di non essere stata capita, di essere stata strumentalizzata e svillaneggiata in ogni trasmissione televisiva, mi ha fatto soffrire molto”. Lo afferma, in un’intervista a Repubblica, Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro.
“Ora – aggiunge -, superata quella fase, posso dire che se ci fossero state più saggezza e più coesione, forse le cose sarebbero andate meglio per l’Italia. La mia riforma non fu contrastata nemmeno da uno sciopero generale, gli italiani accettarono di fare sacrifici”.
“Questo governo – prosegue Fornero – ha preso atto che una controriforma della mia riforma non si può fare. Non si può fare per la forza dei numeri che sono essenzialmente quelli della demografia, e che conosciamo tutti, ma anche per i numeri dell’economia: il tasso di occupazione italiano, al 63%, è tra i più bassi in Europa e i salari non crescono in termini reali da circa 25 anni. E siccome le pensioni si finanziano con il lavoro e il salario dei lavoratori è difficile capire come possa tenersi in piedi un sistema nel quale ci saranno a un certo punto più pensionati che lavoratori, che peraltro sono poco pagati”.
“Il ministro Giorgetti – afferma ancora – ha capito molto bene la situazione e quindi non credo a ‘manine’ di alcun genere. Figuriamoci se un emendamento di quella portata arriva all’insaputa del governo: l’avranno visto tutti e tutti l’avranno accettato. Poi si saranno accorti che alcune cose non erano state meditate: ad esempio la misura sul riscatto degli anni di laurea, che sarebbe una vera follia. Un’assurdità perché c’è bisogno che le persone mettano da parte soldi per le loro pensioni e così, invece, le si disincentiva. Se il governo vuole posticipare l’età di pensionamento, che in fondo è anche un’esigenza comprensibile, lo faccia a viso aperto e non con questo meccanismo”.
E, dunque, il governo che dovrebbe fare sulle pensioni? “Prima di tutto aumentare il numero dei lavoratori e le loro retribuzioni, in modo che i contributi che versano siano maggiori, sennò non sapremo come pagare le loro pensioni. E invece qui si parla di ridurre l’imposizione fiscale” conclude Fornero.