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Tartaruga “punk” rischia estinzione: la sua cresta simbolo della conservazione

di Redazione Blitz |13 Aprile 2018 8:10

Tartaruga "punk" rischia estinzione: la sua cresta simbolo della conservazione

Tartaruga “punk” rischia estinzione: la sua cresta simbolo della conservazione

SYDNEY – La tartaruga “punk” con la sua cresta verde rischia l’estinzione, ma è diventata il simbolo della lotta per la conservazione delle specie.

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La tartaruga del fiume Mary, nome scientifico Elusor macrurus, vive nel fiume del Queensland in Australia ed è in grado di restare sott’acqua anche per tre ore, respirando attraverso la cavità vicino alla coda detta “cloaca”. Giacomo Talignani su Repubblica scrive che la simpatica tartaruga dal ribelle ciuffo verde ora rischia l’estinzione e che è stata scelta dalla lista degli animali a rischio redatta dalla Zoological Society of London (ZSL) come simbolo di questo pericolo:

“Quest’anno però, per mostrare una delle creature meno conosciute e già ad altissimo rischio di estinzione, è stata scelta come simbolo la tartaruga del fiume Mary. Il suo aspetto punk, quel ciuffo di alghe verdi sul cranio e il grande carapace che sfiora i 50 centimetri, oltre che la lunga coda, sono elementi distintivi di un animale con caratteristiche uniche: il rettile, endemico del fiume nel Queensland (Australia), può infatti rimanere sott’acqua per oltre tre ore respirando soltanto attraverso i suoi genitali.

E’ una meraviglia dell’evoluzione che, se il mondo non rafforzerà l’impegno nella lotta alla scomparsa della biodiversità, potrebbe davvero restare solo un ricordo. Nella lista EDGE è entra al 30°posto con un livello di attenzione alla sua conservazione definito come “medio”.

Curiosamente, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, questo animale ricoperto di alghe verdi – proprio per il suo inusuale aspetto – era diventato uno fra i “pet” domestici preferiti in Australia dove decine di persone acquistavano esemplari nei negozi da tenere poi nelle proprie vasche in casa. Nonostante fosse bravo a nascondersi (rimaneva sott’acqua anche 72 ore grazie alla respirazione con gli orifizi dei suoi organi riproduttivi) non è infatti sfuggito ai collezionisti e alla brama dell’uomo che all’epoca fecero incetta di uova nei nidi. Oggi, appunto, paghiamo le conseguenze di quei gesti”.

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