
Vespe e mosche, l'appello degli scienziati inglesi: "Non uccidetele, sono a rischio estinzione" (foto archivio Ansa)
Con la stagione estiva alle porte, in casa volano spesso mosche e vespe, ma gli esperti esortano a non ucciderle.
Il 9% delle specie è a rischio estinzione e per allontanare gli insetti sono sufficienti metodi naturali.
Gli scienziati: “Non uccidete mosche e vespe: sono a rischio estinzione”
Secondo quanto riferisce il Sun, da Buglife e dal Kent Wildlife Trust alle persone è stato chiesto di contare il numero di insetti spiaccicati sulle targhe delle loro auto. I risultati sono stati poi confrontati con uno studio analogo del 2004.
Gli enti di beneficenza per la conservazione delle specie hanno riscontrato che il numero più basso è in Inghilterra, dove è stato registrato il 65% in meno di insetti, e il minimo in Scozia, che ha registrato un calo del 28%.
Gli scienziati inglesi: “Insetti come le vespe diminuiscono ad un ritmo allarmante, ma sono fondamentali”
Paul Hadaway, direttore della conservazione del Kent Wildlife Trust, ha dichiarato: “I risultati dello studio Bugs Matter dovrebbero scioccare e preoccuparci tutti. Stiamo assistendo a una diminuzione degli insetti, che riflette le enormi minacce e la perdita di fauna selvatica in tutto il Paese. Questi cali stanno avvenendo a un ritmo allarmante e senza un’azione tempestiva ci troveremo di fronte a un futuro difficile. Insetti e impollinatori sono fondamentali per la salute del nostro ambiente e delle economie rurali”.
Hadaway ha spiegato: “Abbiamo bisogno di intervenire per salvare tutta la nostra fauna selvatica creando aree di habitat sempre più grandi, fornendo corridoi attraverso il paesaggio per la fauna selvatica e consentendo allo spazio naturale di riprendersi”.
La tentazione potrebbe essere quella di risolvere il problema della presenza di insetti in casa con trappole, scacciamosche e carta adesiva, ma l’opzione migliore è quella di allontanarle all’esterno.
Allarme del Museo di Storia Naturale sull’estinzione di api, formiche e farfalle
Secondo il Museo di Storia Naturale, nei prossimi decenni potrebbe estinguersi fino al 40% delle specie mondiali, comprese api, formiche e farfalle.
“Questi insetti rappresentano alcuni dei più significativi impollinatori delle piante. Le piante vengono impollinate in molti modi diversi, ma le colture impollinate dagli insetti, come ad esempio mele, pere, cetrioli, angurie e mandorle diventeranno significativamente meno produttive o rischiare persino di scomparire. L’impatto della perdita di insetti va ben oltre il nostro cibo, verrebbero infatti colpiti anche animali come gli uccelli che dipendono da loro per nutrirsi”.