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Alfie Evans, l’esibizionismo della cittadinanza italiana

di Lucio Fero |26 Aprile 2018 9:02

Alfie Evans, l'esibizionismo della cittadinanza italiana (foto Ansa)

Alfie Evans, l’esibizionismo della cittadinanza italiana (foto Ansa)

ROMA – Alfie Evans, un umano saggio di cuore, umile di testa e colto di animo non può che non sapere cosa è giusto. Cosa è giusto per Alfie Evans? Intelligenza, cultura, pudore, pietà dovrebbero indurre a rispondere con un sommesso e drammatico non lo so. E invece si moltiplica lo sguaiato e impudico gridar di qua e là: lo so io cosa è giusto. Ammesso e non concesso che sia giusto la parola giusta e che non si debba scalare dalla presuntuosa e feroce categoria del giusto a quella, più umana appunto, del cosa è meglio per Alfie Evans.

Alfie Evans, vicenda sulla quale bisognerebbe centellinare parole fin quasi al silenzio e misurare gesti fin quasi alla riverenza. Ma l’Italia invece no, l’Italia si è compiaciuta di un gesto pubblico di puro esibizionismo. L’Italia ha concesso ad Alfie Evans la cittadinanza italiana.

Gesto di puro esibizionismo: come cittadino europeo non era certo il passaporto o la nazionalità ad impedire al bambino in fin di vita di venire in Italia. Per venire in Italia, per viaggiare in Europa non gli serviva certo il passaporto e la cittadinanza italiana.

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E allora perché, a che serve e a cosa significa adottare come nazione, dare al piccolo Alfie Evans la cittadinanza italiana? Serve ad indicarlo come un perseguitato, come un essere umano bisognoso di rifugio e protezione. Serve a dire che la Gran Bretagna è una nazione cattiva e non siamo una nazione buona. Serve ad esibirsi sul palcoscenico nazionale come i buoni governanti che hanno gli ospedali governati dai buoni (quelli britannici ospedali quindi crudeli) e che hanno donne e uomini pietosi (quelli britannici quindi malvagi).

Serve ad esibirsi come quelli che mandano un  aereo militare per il trasporto del…prigioniero! Serve ad esibire delegazioni mediche accorate che cercano di trattare con chi ha in mano…l’ostaggio! Esibizionismo, anche scomposto. Di cui siamo inconsapevoli perché non lo vediamo, non lo percepiamo come tale. E soprattutto siamo inconsapevoli di quanto fuori dai nostri confini gli altri lo vedano per quel che è: esibizionismo. I britannici aggiungono con perfidia: esibizionismo papista.

Ora non è che non si possa essere dell’idea secondo la quale tutti, sempre e comunque vanno tenuti in vita a qualunque costa e qualunque sia la vita, altrimenti è peccato. Peccato contro la proprietà della vita, proprietà che è solo e soltanto della divinità.

Ora non è che non si possa essere dell’idea che un bambino è proprietà dei genitori che quindi pienamente e unicamente ne dispongono e che quindi di conseguenza il primario interesse del minore nulla altro sia che l’interesse dei genitori e che quindi ancora non possa esserci conflitto tra interesse del bimbo malato a non soffrire più e interesse dei genitori a non rassegnarsi alla morte.

Ora non è che non si possa essere dell’idea che, quando anche ci fosse questo conflitto, nulla e nessuno può tutelare il minore se non i genitori, anche quando ciò da cui dovrebbe essere tutelato il minore tutelato sono proprio i genitori.

Si può certo pensarla così, legittimamente, liberamente. Ad una sola condizione che non può che essere definita etica. Alla condizione di avere il coraggio civile e l’onestà intellettuale di dire apertamente che così la si pensa.

Alla condizione di dire apertamente che il governo italiano ha concesso la cittadinanza italiana a Alfie Evans sulla base di una concezione della vita e dell’umano tutta cattolica che diventa cattolica e di Stato.

Alla condizione di dire che rifugio va dato al piccolo perché si valuta dove sia sia una sorta di Stato canaglia incline a suicidare bambini malati.

Alla condizione di affermare che i minori non sono soggetti autonomi di diritti ma articolazioni di altra persona giuridica che su di loro esercita diritti proprietari.

E alla condizione di affermare orgogliosi che per noi il giudizio di tre Corti inglesi e di quella Europea e il lavoro e la competenza dei migliori medici inglesi sono roba di cui diffidare. Roba aliena e senza cuore la magistratura, i Codici internazionali, la medicina, roba da cattivi. Noi che invece siamo buoni e perciò i santi ci vogliono bene e ci regalano miracoli.

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