
Conte fa ammuina alle spalle di Draghi, è già in campagna elettorale, a caccia di like e sondaggi
Conte fa ammuina. In Ucraina si muore, in Italia si litiga. Il teatrino della politica è tornato impetuoso.
Le folgorazioni sulla via del pacifismo fanno da quinta ad uno scenario di turbolenze congenite e nuovi capricci. Si rincorrono like e sondaggi. A questo oggi si è ridotta la Politica. Triste ma è così. Ed allora due o tre riflessioni si impongono.
1) I GIRI DI VALZER DI CONTE
Il rieletto leader dei Cinquestelle frena sugli impegni Nato ( aumenti delle spese militari). Ha assunto una posizione anti-militarista che suona più dispettosa che funzionale. Dà l’impressione di non conoscere la storia di questo Paese. Brutto segno.
Nel 2014 abbiamo accettato l’aumento delle spese militari e dopo otto anni (e due suoi governi disinvolti) se ne esce strillando un dietro front. Ricorda il senatore piemontese Franco Turigliatto, portavoce di Sinistra critica (“ecologista ,comunista,femminista”), già corrente interna di Rifondazione.
Turigliatto, come Conte, ha caparbiamente avversato la maggioranza che approvava la relazione sulla politica estera di D’Alema, non ha votato la mozione e ha abbandonato il Senato prima del voto. E dove è finito Il “signor no “?. Come direbbe l’ucraino Trosky – guarda un po’, fondatore della Armata Rossa – “è finito nella spazzatura della Storia “. Occhio, Giuseppi!
2) LA MOSSA DI MARIO L’AMERIKANO
Ma per fortuna che c’è Draghi a salvare la credibilità italiana con gli alleati. Di più: grazie alla sua proverbiale caponaggine è riuscito ad infilare l’Italia nel gruppo dei Paesi “garanti” per Kiev. Non è poco. Anzi. Ancora: ha stoppato Conte, ricevendolo come fanno i falchi.
E davanti alle telecamere (Dio quanto gli piacciono!) l’ex premier ha fatto il duro. Tuonando: “È impensabile una corsa al riarmo. È fuori dalla realtà pensare di aumentare di almeno 12/15 miliardi la nostra spesa militare in due anni. L’impegno del 2% può essere centrato solo con una crescita di spesa progressiva, spalmata nei prossimi anni, ad esempio da qui a quantomeno il 2030”. Campa cavallo.
3) LA SOLITA “AMMUINA” ALLE SPALLE DEL GOVERNO
Chiaro l’intento di Conte, fare ammuina, come dicono a Napoli. Almeno così si comporta. Si agita, fa confusione, vuole attrarre la benevola attenzione dei sondaggi, ostenta laboriosità, cincischia, tira e molla. Diciamo la verità: Conte è in campagna elettorale.
Poche storie. D’accordo, è vero che la Politica è una recita (copyright De Robertis) ma – diceva il marchese del Grillo – quando si scherza bisogna essere seri. Spiegava bene De Gasperi: “Gli statisti guardano alla prossima generazione, i Politici alle prossime elezioni “.