I bookmakers, le agenzie che raccolgono e propongono scommesse invece volano più basso, ma sembrano proprio vedere con più nitidezza: una conferma dalla fiducia ad Enrico Letta e al suo governo la pagano a 1, 90. Un no a Letta, insomma un voto di sfiducia lo pagano a 1,60. Tradotto dal linguaggio delle scommesse, quel che paga di più è quello considerato più improbabile. E il Letta-bis lo pagano a 6 pieno.
Conoscono il loro mestiere i bookmakers e mostrano di aver compreso l’essenziale, di aver visto il nocciolo, sia pur tra le nebbie e le oscurità di una situazione senza precedenti in Italia e forse neanche altrove. Eccolo il nocciolo: Letta resta a presiedere un governo, quello di prima o un Letta-bis se e solo se c’è la secessione, scissione di una parte del Pdl da Berlusconi. Non dieci parlamentari sparsi e arruolati per l’occasione che votano la fiducia a Letta. No, Letta resta se c’è proprio una scissione, la formazione di un gruppo altro e di altra ipotesi politica da quella Berlusconi-Santanché-Verdini. Questo è il nocciolo e quindi comprensibilmente i bookmakers valutano la scissione-secessione da Berlusconi meno probabile di ogni altro evento nel Pdl-Forza Italia.
Bookmakers che valutano proprio come sta valutando lo stesso Enrico Letta: ci si prova, fino all’ultima ora. Ma non ci si illude e anzi Letta è, come titola La Stampa, “pronto alla resa”. Non una resa da sconfitta subita, ma una resa alla realtà che un Berlusconi nato e vissuto quadrato non può morire tondo. Quindi discorso in Parlamento che sputa fuori tutto e poi dimissioni da Napolitano: questo il programma della giornata più accreditato per domani in casa Letta. Se poi la provvidenza vorrà altrimenti, benvenuta provvidenza…ma tra sperare e credere comincia ad esserci di mezzo un mare.
Letta il “governo di scopo” non lo fa. Il governo di scopo è quello che firma la legge di stabilità d’accordo con L’Unione europea, e non potrebbe essere altrimenti per impegni internazionali da tutti sottoscritti compresi Pdl e Berlusconi. Il governo di scopo è quello che fa questo e poi prova, solo prova, a cambiare la legge elettorale nel frattempo bocciata dalla Corte Costituzionale a dicembre che arriva. Il governo di scopo non ha altro scopo che questi due elencati. Reggere il tetto della baracca mentre in sala Berlusconi e Grillo scuotono colonne e tramezzi. Reggere il tetto fino a marzo, quando si torna a votare che andare oltre non si può.
Un governo così, un governo di scopo lo puoi anche chiamare un governo Saccomanni, a indicare sia chi lo presiederà in carne e ossa sia l’ideal tipo di un simile governo. Scommessa multipla, in gergo martingala? Dimissioni Letta, governo Saccomanni, elezioni a marzo. Chissà quanto la pagano i bookmakers…non moltissimo.