ROMA โ Per La Repubblica รจ quasi fatta, per La Stampa รจ praticamente persa. Cosa? La battaglia del Pd, anzi dellโalleanza dei Progressisti, per la conquista del Senato Sono le due differenti previsioni, figlie di due diversi sondaggi, sullโesito della prossima tornata elettorale. In particolare per quello che accadrร al Senato, unica vera incognita, sembra- di queste elezioni. Secondo i dati forniti da Demos al quotidiano di Ezio Mauro, il Pd sarebbe accreditato di un 35% delle preferenze a palazzo Madama che, sommate a quelle degli alleati, porterebbero i voti della coalizione al 38%.
Una stima che fa scrivere a Repubblica: โVince il centrosinistra, il Pdl non rimonta a un mese dal votoโ.
Realtร diversa invece quella fotografata dallโistituto Piepoli per La Stampa. Il Pd e la sua coalizione sono anche in questa rilevazione il primo partito e lโalleanza piรน forte, nonostante questo perรฒ senza maggioranza al Senato. Scrive il quotidiano torinese: โAlla Camera vince il centrosinistra. Il centrodestra prende Lombardia, Veneto e Sicilia al Senato. E Bersani per governare avrร bisogno di Montiโ. Testo sostenuto dalle seguenti cifre: al Senato Pd 121 seggi, Sel 18, Svp 4, totale 143. La maggioranza al Senato si ha a quota 158.
Guerra dei sondaggi? Non proprio guerra, ma di certo ognuno la legge come liberamente gli piace. Berlusconi dichiara la sua alleanza giร al 30 per cento (per Repubblica รจ al 25)%, per la Stampa il Pdl non andrร oltre 86 deputati, 30 alla Lega, 10 a Fratelli dโItalia, e 97 senatori in tutto per tutta la destra alleata), come si vede ognuno un poโ se la canta e un poโ se la suona.
Se non รจ guerra, saranno comunque โbottiโ, alcuni anche artificiali. Che si andranno intensificando nei prossimi giorni, crescendo e gonfiandosi di tono e ritmo fino a quando scatterร , tra una quindicina di giorni, il divieto di pubblicazione dei dati.
Ancora per due settimane leggeremo sui giornali e ascolteremo un poโ ovunque previsioni su quello che sarร lโesito del voto. Silvio Berlusconi ci dirร che i numeri che ha in tasca gli dicono che puรฒ persino vincere, Pierluigi Bersani si dirร fiducioso di poter formare, da solo e senza i centristi, un governo, e via dicendo. Ognuno potrร , fino alla prima metร di febbraio, raccontare quello che i sondaggi dicono. Non necessariamente mentendo, magari aggiustando o gonfiando un poโ, e facendo diventare le rilevazioni statistiche unโarma di propaganda, sfoderata piรน per dar coraggio ai propri elettori che per fornire un quadro preciso. Da quindici giorni prima del voto perรฒ scatterร il divieto di pubblicare i dati relativi alle previsioni di voto. E allora le schermaglie a colpi di numeri a cui stiamo assistendo, dopo aver raggiunto il loro acme a ridosso della messa al bando, si trasferiranno sottotraccia dove tutti o quasi lasceranno intendere che loro sanno, ma non possono dire, che sono fortissimi.
Con o senza gli โaggiustamentiโ prodotti dalla propaganda il punto interrogativo di queste elezioni riguarda e riguarderร sino allโultimo, sino alla fine dello spoglio, la composizione del prossimo Senato. Che il Partito Democratico uscirร dalla tornata elettorale con la palma del primo partito, e che la coalizione guidata da Bersani sarร quella che ha raccolto piรน voti e consensi, appare infatti, almeno fino ad oggi, fuori di dubbio. Alla Camera, dove lโattuale legge elettorale assegna il 55% dei seggi (cioรจ la maggioranza assoluta) al vincitore a livello nazionale, questo dato dovrebbe tradursi in una tranquilla e ampia maggioranza fatta dal Pd e i suoi alleati. Incerta invece la composizione di palazzo Madama, dove il Porcellum assegna il premio di maggioranza non su base nazionale, ma su base regionale. Il che significa che non conta chi prende piรน voti in generale, ma conta invece come questi sono distribuiti sul territorio e nelle regioni. E in particolare nelle regioni piรน popolose che sono quelle che assegnano il maggior numero di senatori. Con questa legge se anche Pd e soci vincessero pressochรฉ ovunque, perdendo perรฒ in Lombardia, Veneto e Sicilia, rimarrebbero senza maggioranza al Senato.
Al paradosso del vincitore senza maggioranza concorrerebbe poi la presenza di almeno quattro soggetti politici capaci di superare la soglia di sbarramento per il Senato, soglia fissata allโ8%. Se il numero dei senatori assegnato a chi arriva primo in ogni regione รจ infatti fisso, il numero dei senatori che vanno agli altri รจ invece variabile in funzione di quanti sono โgli altriโ. Prendendo ad esempio la Lombardia, la regione che assegna piรน seggi a palazzo Madama, ben 49, chi vince in quella regione prende 27 senatori e i rimanenti 22 vengono divisi tra le altre forze che hanno superato lโ8%. Eโ evidente che con soli due soggetti forti lo scarto tra primo e secondo si ferma a 5 senatori, in fondo pochi. Considerando perรฒ che le formazioni che supereranno la soglia di sbarramento saranno almeno quattro (Pd e soci, Pdl e Lega, la lista di Monti e il M5S) appare evidente che il secondo, il terzo e il quarto dovranno dividersi i 22 seggi restanti.
Il sondaggio commissionato da Repubblica dice che ad oggi, anzi a ieri (24 gennaio):
โIl Pd รจ ancora il primo partito in Italia. Con oltre un terzo dei voti espressi dagli intervistati. Insieme a Sel, supera il 38%. Il Pdl, nelle rilevazioni dello scorso autunno, era sceso al 16%. Oggi รจ cresciuto, ma non di molto. Intorno al 18%. Insieme alla Lega e alle altre formazioni alleate, si avvicina al 26%. In altri termini: poco piรน della metร rispetto al 2008. Ma soprattutto, oggi, si ferma a 12 punti dal Centrosinistra. Tanti per immaginare una rimonta come quella del 2006. La coalizione guidata da Monti supera, di poco, il 16%. Abbastanza per diventare un interlocutore importante โ e ingombrante โ per Bersani e il Centrosinistra. Ma, anzitutto, un ostacolo alle ambizioni โbipolariโ del Cavaliere. Anche perchรฉ altre forze politiche occupano uno spazio significativo. Il MoVimento 5 Stelle, guidato da Beppe Grillo, รจ stimato intorno al 12-13%. La Sinistra di Ingroia intorno al 4,5%โ. Numeri che fanno dire al quotidiano di Ezio Mauro che per il centrosinistra รจ quasi fattaโ.
Il sondaggio pubblicato da La Stampa fotografa invece non le percentuali, ma i seggi.
โAmpia maggioranza alla Camera per la coalizione che sostiene Bersani, che perรฒ non sarร autosufficiente al Senato. Una coalizione che oltre a Pd e Sel si apra al centro, invece, avrebbe ampi numeri per governare il Paese. Ben 181 seggi, contro i 168 che aveva la maggioranza Pdl-Lega nel 2008. Ma ha ragione Bersani a dire che non lascerebbe Vendola per Monti. Al Senato una coalizione Pd-Lista Monti avrebbe la maggioranza assoluta, ma per solo un seggio. Troppo fragile per poter governare. Come detto il centrosinistra รจ la coalizione che prende piรน voti alla Camera. Vince perciรฒ il premio a livello nazionale: su 617 deputati โ al totale di 630 eletti vanno tolti i dodici eletti allโestero e il singolo deputato eletto con un altro sistema elettorale dalla Val dโAosta โ il Pd ne prenderebbe 284, Sel 44, il Psi 10, due per la Sรผdtiroler Volkspartei. Totale: 340 seggi. Allโopposizione finirebbero il Pdl con 86 seggi (ne prese 190 in piรน nel 2008), Lega 30 (la metร del 2008), 10 per Fratelli dโItalia. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo ottiene 50 seggi, come Scelta civica con Monti. AllโUdc andrebbero 20 deputati, al Fli 5. Dovrebbe infine riuscire a costituire grupopo autonomo, la Rivoluzione Civile di Ingroia che conquisterebbe 20 deputati. Al Senato il conto รจ fatto su 308 eletti (esclusi i sei eletti allโestero e il senatore valdostano). Il centrosinistra vince in tutte le regioni tranne Lombardia, Veneto e Sicilia: si ferma cosรฌ a 143 seggi (121 per il Pd, 18 per Sel e 4 Svp) su una maggioranza assoluta di 158 (esclusi i senatori a vita). Non puรฒ fare conto sugli eletti allโestero, nรฉ sui 3 senatori che Rivoluzione civile riuscirร a eleggere (due in Campania e uno in Sicilia). Ecco perchรฉ solo con un accordo con la Lista Monti, che dovrebbe eleggere 38 senatori, supererebbe il quorum. Il centrodestra prende nel complesso 97 senatori (67 per il Pdl, 25 alla Lega, 5 per gli altri del centrodestra) e il Movimento 5 stelle, 27โ.