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Albania, esplode la protesta contro il governo: feriti e morti a Tirana

di Maria Elena Perrero |21 Gennaio 2011 21:14

Improvvisa e drammatica esplosione di violenza il 21 gennaio a Tirana, dove una manifestazione inscenata dall’opposizione socialista contro il governo conservatore del premier Sali Berisha, accusato di corruzione e brogli elettorali, è sfociata in violenti scontri con la polizia, con un bilancio di tre morti e decine di feriti.

Almeno ventimila persone si erano radunate nel pomeriggio davanti alla sede del governo presidiata da un cordone di agenti, scandendo slogan ostili al premier e all’intera dirigenza del paese, e chiedendo nuove elezioni. ‘Berisha vattene’, ‘Abbasso il governo’, ‘Vogliamo nuove elezioni’ hanno gridato a lungo i dimostranti, che hanno lanciato sassi e altri oggetti contro l’edificio sede dell’esecutivo.

Quando la situazione è degenerata, la polizia in assetto antisommossa, è intervenuta facendo uso di gas lacrimogeni, idranti e manganelli. All’improvviso colpi d’arma da fuoco sono partiti verso i manifestanti, e tre di loro sono morti. Fonti sanitarie hanno detto che i tre sono arrivati già senza vita in ospedale. Decine i feriti, almeno venti manifestanti e altrettanti poliziotti.

E’ la prima volta che in Albania, in preda a una crisi politica che dura da mesi, una manifestazione dell’opposizione sfocia in scontri violenti con conseguenze tragiche. L’opposizione socialista, guidata da Edi Rama e che ha indetto la manifestazione, non ha mai accettato l’esito delle elezioni politiche del giugno 2009, vinte con stretto margine da Berisha ma che in realtà per i socialisti sarebbero state falsate da brogli e irregolarità.

La protesta- che ha indotto subito a pensare a uno scenario drammatico simile a quello della Tunisia – ha fatto seguito alle recenti dimissioni del vicepremier Ilir Meta, al centro di uno scandalo di corruzione. Se a Tunisi però i dimostranti sono scesi in piazza per ragioni principalmente di ristrettezze economiche, per l’aumento dei prezzi e per la scarsa democrazia nel paese, a Tirana la protesta è legata in primo luogo alle accuse di corruzione contro il governo.

Le tv hanno mostrato immagini drammatiche sugli scontri nella capitale, che ha vissuto un pomeriggio di violenze e tensioni mai registrate prima nella capitale albanese. Numerose auto e cassonetti sono state date alle fiamme, e il viale principale di Tirana si è trasformato per alcune ore in un campo di battaglia. Dopo alcune ore di scontri e dando ascolto agli appelli alla calma da parte del presidente Bamir Topi e del leader socialista Edi Rama, i manifestanti hanno cominciato a disperdersi, e la polizia ha ripreso pian piano il controllo della situazione.

La Farnesina, per bocca del portavoce Maurizio Massari, ha lanciato un pressante invito ”alla calma e alla moderazione a tutte le parti” in causa in Albania, che devono risolvere le dispute attraverso ”il dialogo e la normale dialettica politica in parlamento”. Analoghe esortazioni alla calma e al confronto democratico sono venute da Ue, Usa e Osce.

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