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Grecia, Tsipras tratta ma Renzi-Merkel no. Eurogruppo: Stop fino a referendum

di Daniela Lauria |2 Luglio 2015 12:12

Grecia, Tsipras tratta ma Renzi-Merkel no. Eurogruppo: Stop fino a referendum

BRUXELLES – Il giorno dopo la scadenza non rispettata del prestito Fmi, il premier greco Alexis Tsipras apre all’Europa e torna a trattare, ma incontra solo porte in faccia. Il primo no perentorio arriva dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, che rinvia i negoziati a dopo il referendum del 5 luglio. Di traverso insieme alla Merkel si è poi messo il premier italiano Matteo Renzi che, in conferenza stampa con lei a Berlino, ha giudicato “uno sbaglio” la mossa della consultazione popolare da parte di Tsipras: “La Grecia faccia le riforme, non i referendum”, ha detto. E sulla stessa linea ha deliberato anche l’Eurogruppo che, dopo una riunione lampo alle 17.30, ha decretato il “congelamento” delle trattative in attesa di conoscere il risultato del voto di domenica. Poco prima anche il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker aveva chiamato la tregua: “Niente più  contatti con Atene prima del referendum”.

Del resto era stato lo stesso Tsipras a tirare dritto sulla strada del voto che, a suo avviso, non escluderebbe il negoziato. In un messaggio alla nazione via tv, il premier greco ha invitato il popolo ellenico a votare “no” al referendum per poter guadagnare migliori condizioni contrattuali con i creditori. “Vogliamo un accordo, ma che sia sostenibile”, ha detto. Quello di domenica per lui non sarebbe un “no all’Europa, ma un “ritorno all’Europa dei valori”.

Nella notte era arrivata a Bruxelles la lettera firmata da Alexis Tsipras con le ultime controproposte ai creditori internazionali per chiudere un accordo in extremis sul salvataggio di Atene. Per la prima volta il premier si era detto pronto ad accettare la proposta degli europei, l’ultima offerta generosa avanzata domenica dal presidente della Commissione Jean Claude Juncker, ma con l’aggiunta di cinque punti. Tsipras proponeva un nuovo pacchetto di sacrifici da 8 miliardi. Ulteriori dettagli sulla richiesta greca di un nuovo salvataggio, tramite il fondo europeo Esm, da 29,1 miliardi di euro. E accettazione dell’intero impianto di riforma dell’Iva fatto salvo uno sconto del 30% per le isole greche. Tsipras si era inoltre detto pronto pronto anche alla riforma delle pensioni come chiesta dai creditori, salvo far slittare a ottobre, anziché subito, la data di partenza dell’innalzamento progressivo dell’età pensionabile: a 67 anni entro il 2022.

Ma se accordo ci sarà, è la risposta dell’Eurogruppo, sarà dopo il voto di domenica. “Nei prossimi giorni – ha ribadito il presidente Jeroen Dijsselbloem al termine della conference call – non ci saranno nuovi colloqui con le autorità greche né a livello dell’Eurogruppo né delle istituzioni creditrici sulle ultime proposte o su accordi di finanziamento. Aspettiamo il risultato del referendum di domenica”.

Dijsselbloem ha spiegato che nel corso della conference call dell’Eurogruppo, “sono state discusse le due lettere del primo ministro greco” e “la situazione politica” nel Paese. In particolare i ministri delle Finanze dell’area euro hanno “semplicemente preso nota” delle proposte di Tsipras, inviate ieri a Bruxelles, di correggere l’ultima bozza di accordo presentata dai creditori.

“La decisione principale è stata che, vista la situazione politica, il rifiuto delle proposte precedenti, il referendum di domenica e la raccomandazione del governo greco di votare ‘no’, a questo punto non ci sono motivi per ulteriori colloqui”, spiega Dijsselbloem. “Posso solo dire -aggiunge- di essere molto dispiaciuto per la situazione, data la forte determinazione del popolo greco a essere parte dell’Europa e a rimanere parte della zona euro. Cosa per cui lo sosteniamo a pieno”.

“Non ci sono motivi – ha aggiunto – per la proroga” del secondo programma di salvataggio della Grecia, anche perché “la situazione politica non è cambiata” da sabato scorso. “Quindi purtroppo il programma è scaduto ieri a mezzanotte”.

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