X

Berlusconi e la corte di Arcore, ecco “gli uomini del presidente”

di Emiliano Condò |14 Marzo 2011 3:01

MILANO – I riflettori sono stati puntati quasi tutte sulle ragazze: da Ruby a Nicole Minetti, passando per le gemelle Imma ed Eleonora De Vivo, Barbara Faggioli e Marysthell Garcia Polanco, solo per citarne alcune.

Eppure, per quanto in numero ridotto, nelle feste organizzate dal presidente Silvio Berlusconi nella sua residenza di Arcore compaiono anche alcuni uomini. In più ce ne sono altri che, pur senza aver mai partecipato alle cene, hanno contatti diretti con le ragazze, vuoi perché le accompagnano ad Arcore, vuoi perché curano gli interessi privati del premier e si occupano dei generosi regali che Berlusconi, periodicamente, distribuisce ad Olgettine & affini.

Sono gli “uomini del presidente” e, anche se non proiettano i cupi riflessi dei figuri che circondavano quarant’anni fa il presidente americano Richard Nixon alla Casa Bianca, farebbero tutti la loro figuretta in un remake del film “All the President’s men”, naturalmente versione bunga bunga.

Tra gli “uomini del presidente” il nome che merita il top della lista è certamente quello di Emilio Fede. Il giornalista è da sempre (ben prima dalla “discesa in campo” del 1994, almeno da quando iniziò a dirigere il Tg4) un “fedelissimo” di Berlusconi. Sono passati vent’anni ma l’immagine di Fede sorridente che mette le bandierine azzurre sulla penisola la notte del 27 marzo 94, quando Berlusconi divenne per la prima volta capo del governo, è un immagine che molti italiani ricordano.

Il Fede che esce dalle intercettazioni è un personaggio complesso: a volte sembra “protettivo” nei confronti di Berlusconi, soprattutto nei confronti di quelle, tra le frequentatrici delle cene, gli ispirano meno fiducia. Tra tutte le ragazze Fede sembra avere una vera e propria “idiosincrasia” nei confronti della soubrette di Colorado Cafè, Marysthell Garcia Polanco. A Nicole Minetti racconta una storia di droga e la definisce “pericolosissima”, con Lele Mora, invece, si limita a definirla una “brutta persona”.

Ma il Fede “protettivo” e “confidente politico” di Berlusconi (la deputata Maria Rosaria Rossi in una intercettazione gli chiede di andare ad Arcore almeno “lui” ha qualcuno con cui parlare di politica) si dissolve improvvisamente quando entrano in ballo i denari.

Tra le conversazioni più intercettate, infatti, ci sono quelle in cui Fede e un altro degli “uomini del presidente”, Lele Mora, parlano di soldi. In ballo c’è un “prestito” (virgolette dovute al fatto che ipotesi e tempistica della restituzione non compaiono mai) cospicuo che i due vogliono strappare al premier. Il prestito formalmente è per Mora, visto che l’agente è in difficoltà e rischia il crac finanziario. Eppure, quando qualcosa sembra muoversi, Fede dice a Mora qualcosa di inequivocabile: “Uno e due, ottocento a te e quattrocento a me”.

Quando non ci sono di mezzo i soldi, Fede e Mora parlano di ragazze. E qui si arriva all’accusa (non ancora imputazione) nei confronti dei due, di favoreggiamento della prostituzione. Il meccanismo, carte della Procura alla mano, sembra riproporsi con una certa regolarità: Berlusconi sceglie una data e chiama Fede. Il giornalista, subito dopo, si consulta con Mora e insieme si “selezionano” le ragazze da far partecipare alla cena. Non mancano gli inconvenienti, come il 24 agosto, quando nella fretta di trovare un paio di ragazze Fede si ritrova nello studio due russe che definisce “transessuali che non si possono portare in giro”. Finisce con il direttore del Tg4 ad Arcore e le due ragazze, ignare, a mangiare da “Giannino” a spese del giornalista.

Tra gli uomini del presidente c’è un altro giornalista, poi divenuto manager, anche lui fedelissimo del capo, Carlo Rossella, ex direttore di Panorama e ora presidente della Medusa film.

Sono in molti a chiamare Berlusconi “capo” dentro e fuori dell'”inner circle”. Si racconta di imprenditori ricchi di loro quanto basta a farci sognare tutti, che si riferiscono a lui in questo modo.

Ma per Rossella, che quando lo nomina, si riferisce a Berlusconi per cognome, come si fa a scuola, Berlusconi è il capo assoluto e indiscusso, al quale tutto è concesso, al quale tutto si deve perdonare.

Rossella nei verbali non parla: non è infatti tra gli intercettati e soprattutto non è indagato. Di lui, però, parlano gli altri, in particolare Emilio Fede.

Rossella, verbali alla mano, partecipa ad una festa in quel di Arcore il 19 dicembre del 2o10. E’ una delle feste centrali nella ricostruzione dei magistrati sia per la presenza di quasi 20 ragazze sia per la testimonianza di Maria Makdoum, danzatrice del ventre che racconta in Procura di “donne che ballano in topless” e di sala del “bunga bunga”.

Ma è presente anche in altre circostanze e osserva. Un po’ sognando e un po’ illudendosi, le ragazze presenti alle feste sembrano pensarlo come in”missione”, una sorta di talent scout a caccia di giovani avvenenti.

Barbara Faggioli, in una delle tante conversazioni intercettate dalla Procura, dice all’amica Sabrina: “Mi ha chiamato Emilio [Fede], m’ha detto:  sai che hai fatto, (prende fiato) colpo su Rossella che dice che hai un volto da cinema pazzesco, mi ha chiamato lui mi ha detto: a ma non te l’ho detto, ma sai che hai fatto colpo suu.. sul produttore, dice che sei adattissima al cinema”.

Ma più di ogni altro, l’uomo del presidente per eccellenza è il suo tesoriere Giuseppe Spinelli, figura centrale nelle intercettazioni e nell’indagine della Procura di Milano. Non a caso è proprio sull’autorizzazione alla perquisizione di Spinelli che si consuma lo scontro più aspro tra Procura e maggioranza del Parlamento. Quando si diffonde la notizia dell’invito a comparire notificato al premier, contemporaneamente le agenzie battono notizie su perquisizioni in corso in alcune delle abitazioni dell’Olgettina. I poliziotti entrano nelle case delle ragazze. Non entrano, invece, negli uffici di Spinelli perché il tesoriere si oppone e spiega che di essere in possesso di documenti che riguardano la presidenza del Consiglio.  In Parlamento prevale la linea della “nipote di Mubarak” e della telefonata in questura per “evitare un incidente diplomatico”. E la perquisizione va in archivio.

Ma Spinelli, 69 anni, secondo la Procura è il braccio, anzi il portafogli, di Berlusconi. E’ lui che si occupa dei “regali” in contanti alle ragazze, è lui che gestisce insieme a Nicole Minetti (godendo, si evince, di grande fiducia da parte del premier) anche la parte relativa agli affitti di via Olgettina. Spinelli incontra Berlusconi una volta alla settimana (il lunedì), presenta le richieste e, se autorizzato, distribuisce contanti. Ma il tesoriere è anche un prezioso “filtro” tra il premier e le ragazze. Ruby, infatti, più volte si rivolge proprio a Spinelli che temporeggia e con stile fa capire quando “non è aria”.

Spinelli è anche l’uomo che tratta con Lele Mora la questione del prestito. Dalle intercettazioni si capisce che l’importo dell’assegno da staccare è sostanzioso. Il tesoriere, infatti, all’inizio è titubante e sembra preferire il pagamento in tanti piccoli assegni circolari. Mora preme e Spinelli temporeggia: tutto spalmato in quasi dieci telefonate.

Altro uomo di Berlusconi è il musicista Mariano Apicella, cantore del premier e “colonna sonora del bunga bunga”. Festini o cene che siano, lo stabiliranno i giudici, una cosa è certa: Apicella intrattiene a suon di musica. Ad Arcore, tutto sommato, gli va anche bene: suona, nelle feste più affollate, davanti a 30 persone. Quando invece ha provato a fissare un concerto in un noto teatro di Milano, quello degli Arcimboldi, ha dovuto annullare il tutto dopo aver venduto un solo biglietto in prevendita. “Annullato per rischio contestazioni”, precisa il buon Apicella. Difficile, però, immaginare orde di comunisti “uovomuniti” per insultare l’ex posteggiatore.

Un dettaglio: racconta una delle testimoni “chiave” della Procura che Berlusconi, al fatidico momento dei “regalini”, le porse due cd di Apicella:

“Il Presidente – racconta la testimone ai magistrati –mi disse che Nicole gli aveva parlato molto bene di me e che era sua intenzione valorizzare il mio percorso professionale ed aiutarmi negli studi, al che mi porse due CD di Mariano Apicella come omaggio. Io lì per lì non mi resi conto subito che gli stessi contenevano, come potetti verificare subito dopo, una busta bianca, che io ho immaginato potesse contenere del denaro, non l’ho però aperta fino a quando sono salita in macchina con Nicole. A questo punto ho aperto la busta, alla presenza di Nicole, e ho potuto rilevare che all’interno vi erano quattro banconote da 500 euro cadauna. Rimasi sorpresa e imbarazzata, chiesi spiegazioni a Nicole del gesto e per quale motivo io avessi ricevuto quel denaro. Nicole giustificò il gesto dicendo che il Presidente sapeva dei miei studi e che quindi quel regalo voleva essere un contributo proprio per i miei studi, quindi la Minetti disse che dovevo interpretare quel gesto come un gesto di generosità… “

Altro uomo presente a volte alle feste è Davide Salemi. Ventottenne e promotore finanziario, Salemi punta ad una carriera “stile Mora”. Non a caso, quando si tratta di trovare qualche “invitata” alla svelta è proprio a Salemi che si rivolge Lele Mora. Secondo la Procura, poi, in almeno un’occasione il promotore finanziario porta materialmente le ragazze ad Arcore, e poi si ferma per la cena.

Esempio chiaro, secondo la Procura, è questa telefonata dell’undici agosto.

Lele: allora, devi organizzare una cosa veloce, veloce, veloce e partire subito, venire con la… oddio… miss Torino e Ambra

Salemi: miss Torino e Ambra? adesso?

Lele: sì

Salemi: parto… e chiamo…

Lele: devi partire subito

Salemi: ah, eh ma bisogna vedere… boh, ci saranno? io Lele prendo parto e vengo su, ma ci sono? guardo se ci sono…

Per la cronaca, il giorno in cui Fede si arrabbia per i “transessuali” che finiscono a cena da Giannini, è proprio Salemi che si occupa di selezionarli.

Ad Arcore, nella corte degli uomini di Berlusconi,  ci sono le “comparse”, come il massaggiatore cubano che partecipa ad una festa a inizio settembre del 2010. Lo porta Marysthell Garcia Polanco, suscitando le ire di un Fede particolarmente “protettivo”.

Come dimenticare, infine, quei guardiani un po’ distratti ai cancelli della villa, quelli che aprono le porte della residenza del Presidente del Consiglio senza chiedere un documento. Distrazione, ordini precisi, o semplicemente un’abitudine?

Arcore, feste e verbali, ovviamente, non possono esaurire la lista degli uomini del presidente. Tenendo fuori la politica e rimanendo allo stesso tempo ben legati all’attualità una menzione la merita il dottor Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi. La figura del dottore, responsabile di anestesia e rianimazione al San Raffaele (a due passi dalla dimora Olgettina), segue da vicino, sempre o quasi, quella del premier.

L’ ultimo esempio è l’operazione alla mandibola nei primi giorni di marzo 2011: l’intervento non è stato fatto al San Raffaele e non è stato eseguito da Zangrillo. Eppure, l’infaticabile medico era presente ed è lui, nella stessa serata, a rasserenare tutti sulle condizioni del Cavaliere:  “Le condizioni del premier sono buone e soddisfacenti. L’umore del paziente è ottimo. L’intervento, dal punto di vista tecnico molto sofisticato, è avvenuto in microscopia, perché c’era il rischio di provocare danni al tessuto nervoso. Tutto è andato per il meglio e pensiamo potrà essere nuovamente al lavoro già da giovedì”.

Fin qui, siamo nella norma: il medico personale che segue il paziente in un decorso post operatorio. Zangrillo, però, sembra occuparsi anche di una curiosa forma di “medicina preventiva”: va in giro per l’Italia e contesta chi, a parole, potrebbe nuocere alla salute del premier. Basta fare un piccolo salto indietro e andare a Monte, frazione di Rovagnate, cinquecento abitanti nella Brianza lecchese,  anno del Signore 2009. Paese a un tiro di schioppo da Missaglia, il luogo dove Zangrillo, tra un’anestesia e l’altra, fa il consigliere comunale. Eletto, superfluo dirlo, nelle fila di una lista civica legata a fu Forza Italia ora Pdl.

Siamo a fine luglio, fa già caldo di suo, e il clima politico è reso ancor più caldo dall’Afghanistan: il 14 luglio, infatti, viene ucciso da un ordigno l’ennesimo militare italiano in missione, il caporal maggiore Alessandro Di Lisio. Tutti o quasi esprimono la consueta commozione istituzionale, più o meno sentita. A Monte, però, c’è un prete che sembra pensarla diversamente: omelia dopo omelia, tra un video su YouTube e un post arrabbiato sul suo sito, don Giorgio tuona contro la guerra, contro chi manda i soldati e anche contro i soldati che ci vanno come volontari. Soprattutto Don Giorgio che dimostra di padroneggiare come pochi altri uomini di chiesa le nuove tecnologie, ha un suo sito internet dove oltre a immettere i video delle sue omelie, raccoglie firme contro Berlusconi (in questi giorni ci sono sia la petizione per le dimissioni del premier, sia quella per l’election day).

La notizia delle prediche “talebane” e anti-premier di Don Giorgio arriva alle orecchie del consigliere medico Zangrillo che, una domenica di fine luglio, si presenta in chiesa: ascolta la Messa (anche se alcuni testimoni lo danno sempre al telefonino durante la celebrazione) e poi, al momento della comunione si avvicina all’altare. Il dottore del corpo (di Berlusconi) e quello delle anime (rosse) si guardano per qualche secondo. Poi don Giorgio porge l’eucaristia a Zangrillo che, sdegnato la rifiuta e gli dice a voce alta: “Sei un terrorista!”, quindi gira i tacchi e se ne va. Facile immaginare le reazioni dei fedeli in chiesa: avranno pensato a uno squilibrato, a un colpo di calore. Invece no, era un medico. Anzi il medico di Silvio Berlusconi. Uno dei più preziosi tra gli uomini del presidente.

Scelti per te