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Berlusconi lascia o raddoppia? Quel che succede dopo il “giorno dei giudizi”

di Mino Fuccillo |17 Novembre 2010 16:39

Silvio Berlusconi

Il 14 dicembre sarà il giorno dei giudizi, del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale. Ma il 15 o nei giorni, settimane e mesi seguenti Berlusconi lascia o raddoppia? Insomma quel giorno il quasi ventennio berlusconiano comincia a finire o inizia a svanire il miraggio, sogno o incubo a seconda dei punti di vista, di un’Italia senza questo premier?

Prima tappa appunto martedì 14 dicembre. Può succedere che sia il Senato che la Camera votino la fiducia a Berlusconi. Possibilità e pronostico: dieci per cento. Se va così, Berlusconi resta, si celebra il suo inaspettato e grandioso trionfo e resta un governo che si regge su un paio di voti di maggioranza. Si celebra anche la capacità di Berlusconi di aver riportato a casa i voti di almeno sei/sette deputati che avrebbero dovuto votargli contro. Si celebra la sua capacità di convinzione, la sua invincibilità e la consistenza degli argomenti messi in campo, siano essi qualche posto al governo, la certezza di una ricandidatura al prossimo giro, la paura di restar senza seggio se si andava subito alle elezioni. Berlusconi vincitore dunque con tanto alloro sul capo ma con poco governo in mano. Con un paio di voti di maggioranza ad ogni votazione si rischia di andar sotto. Ma questo è il domani, oggi, 14 dicembre, Fini è triturato.

Può succedere invece che sia il Senato che la Camera negano la fiducia a Berlusconi. Possibilità e pronostico: cinque per cento. Se va così, è Berlusconi il triturato del 14 dicembre. L’umiliazione politica e personale di dover salire al Quirinale da sconfitto, le dimissioni-penitenza. La rabbia incontenibile e forse non contenuta. Fine del governo che c’è. Strada aperta, in teoria e a norma di legge e Costituzione, sia per un altro governo di centro destra ma, questo è sicuro, senza Berlusconi premier, sia per un governo con altra maggioranza. Possibilità e pronostico per l’altro governo di centro destra: un per cento. Possibilità e pronostico per il governo con altra maggioranza impropriamente detto “tecnico”: dieci per cento. Il restante ottantanove per cento delle possibilità se il 14 dicembre Berlusconi di fiducia non ne prende neanche una va alle elezioni anticipate.

Può succedere ancora che Berlusconi abbia la fiducia al Senato e la sfiducia alla Camera. Possibilità e pronostico: ottantacinque per cento. Berlusconi dice e proclama che ha vinto, ma non ha vinto. Si deve dimettere, ma resta lì a sbarrare la strada ad altro governo, di centro destra senza di lui o di altra maggioranza. Se è andata così, con il pareggio delle mozioni, fiducia-sfiducia 1 a 1, Berlusconi può far catenaccio. Riduce a zero le già microscopiche possibilità di un governo di centro destra con altro premier, può entrare in tackle duro sul governo “tecnico”. Non è detto che con l’argomento “una Camera mi ha dato la fiducia” possa spezzare le gambe a ogni altra maggioranza, ma quasi. Napolitano ha il dovere e il diritto di cercarla altra maggioranza ma poche possibilità di trovarla. Anche se a quel punto l’arma usata da Berlusconi per provare ad avere la maggioranza e la fiducia anche alla Camera, la paura di non essere rieletti, potrebbe ritorcersi contro di lui. Insomma, se va secondo possibilità e pronostico, il 14 dicembre di fiducia Berlusconi ne prende una e di sfiducia pure. Ma una sfiducia basta e avanza a termini di Costituzione per le dimissioni. Quindi la crisi, le consultazioni, la decisione di Napolitano. All’ottanta per cento abbondante le elezioni anticipate a marzo 2011.

Se va così, se si va ad elezioni, trionfante con il braccio levato a salutare la vittoria in Parlamento o dal Parlamento messo all’angolo dopo essere andato a tappeto, fino a marzo 2011 Berlusconi resta e c’è. E dopo le elezioni? Se le vince, ancora una volta sia alla Camera che al Senato, il suo quasi ventennio raddoppia. Fini finisce in una sorta di convento politico, il Pd si squaglia, Casini si arrende e si consegna. Se Berlusconi le elezioni le perde sia alla Camera che al Senato, allora il quasi ventennio è finito davvero. Se Berlusconi arriva “primo” alla Camera e invece non conquista la maggioranza in Senato a seguito del voto popolare, allora e solo allora un altro governo di centro destra (Tremonti?) senza Berlusconi premier o un’altra maggioranza di governo (Draghi?) diventano possibili. Berlusconi resisterà, partita ancora aperta ma pronostico a lui sfavorevole. Possibilità che Berlusconi rivinca in pieno le elezioni? Cinquanta per cento. Che le perda in pieno? Dieci per cento. Che siano elezioni “pareggiate” e quindi più che dannose per Berlusconi? Quaranta per cento.

Pronostici e percentuali che non tengono, non possono tener conto di una variabile. La variabile “resisterò, resisterò, resisterò”. Formula lanciata a suo tempo da Francesco Saverio Borrelli, ex capo del pool Mani Pulite, e adottata come motto dell’opposizione politica e civile a Berlusconi. Oggi diventata “linea” di Berlusconi. Resistere inventandosi ciò che la Costituzione esclude: sciogliere solo la Camera che vota contro il governo. Resistere lasciandosi sfuggire le parole “altrimenti è guerra civile”. Resistere con ogni mezzo, mezzo e modi che nessuno può prevedere perché il solo prevederli sarebbe mettere in conto un premier che proclama e fa eversione. Ma Berlusconi di resistere ha bisogno: se la Corte Costituzionale gli leva il legittimo impedimento deve presentarsi ai processi, processi dove rischia condanna per corruzione. Mills è già condannato, il processo in corso è sulle generalità non ignote del corruttore. Dicono i suoi che Berlusconi tema le manette, dicono in molti gli serva salvacondotto. In realtà non rischia manette e il salvacondotto sarebbe vergogna nazionale. Ma se Berlusconi dovesse temere davvero “manette”, resisterà, resisterà, resisterà.

E allora e dunque Berlusconi premier e dominus sta cominciando a finire? Sogno o incubo che sia, possibilità e pronostico non più o almeno il cinquanta per cento. Comunque sarà lunga oltre che incerta. E drammatica, oltre che pericolosa. Per tutti e non solo per Berlusconi. Per chi lo aspetta liberarsi di Berlusconi non sarà gratis. Per chi lo vuole ancora, tenerselo non sarà indolore.

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