L’inchiesta romana nasce da quella milanese. A Milano, dove il premier risponde di frode fiscale, il processo è sospeso in attesa che la Corte costituzionale decida sulla validità della legge sul legittimo impedimento.
La procura di Milano lo scorso aprile aveva chiesto di rinviare a giudizio per “appropriazione indebita” e per “frode fiscale” il presidente del Consiglio, accusato (nella compravendita Mediaset di diritti tv) di aver concorso nel 2002-2005 a “svuotare” di 34 milioni di euro la società quotata in Borsa di cui è azionista di maggioranza, e a frodare il fisco per 8 milioni di euro.
La procura del capoluogo lombardo aveva chiesto di processare per frode fiscale anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, il il vice presidente e presidente Rti Pier Silvio Berlusconi, più altre nove persone, tra le quali il produttore tv americano Farouk “Frank” Agrama.
Tra gli inviti a comparire ci sono quelli inviati dagli inquirenti ad alcuni degli indagati tra questi sicuramente i dirigenti Frank Agrama e Roberto Pace. L’invito a comparire blocca i termini di prescrizione dei reati che sarebbero previsti nel 2012. Nel registro degli indagati compaiono tra gli altri anche i nomi di altri dirigenti come Giorgio Dal Negro, Daniele Lorenzano, Andrea Goretti (ex amministratore delegato di Rti all’epoca dei fatti contestati). Agli indagati vengono contestati reati legati all’evasione fiscale e altre fattispecie tributarie. Le carte dell’inchiesta sono giunte in procura a Roma la scorsa estate.