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Tutto su Gianroberto Casaleggio, “l’influencer” di Beppe Grillo

di admin |27 Marzo 2013 18:01

Il profilo Gianroberto Casaleggio sul sito della Casaleggio Associati

ROMA – Chi è Gianroberto Casaleggio, milanese classe 1954? Personaggio dalla biografia complessa e misteriosa che il suo incontro più importante lo ha fatto a 50 anni. Accadde a Livorno, aprile 2004: uno strano tizio entrò nel camerino di Beppe Grillo. Era Casaleggio. Lo stanzino si riempì di idee (e di capelli). Fu un colpo di fulmine: i due non si sono più lasciati. Così Casaleggio racconta l’episodio:

Ho scritto molti articoli e alcuni libri sulla Rete. Nel 2004 Beppe Grillo ne lesse uno: «Il Web è morto, viva il Web», rintracciò il mio cellulare e mi chiamò. Lo incontrai alla fine di un suo spettacolo a Livorno e condividemmo gran parte delle idee.

Questa invece è la versione di Grillo (scritta nella postfazione di Web Ergo Sum, Sperling & Kupfer):

 “Venne in camerino e cominciò a parlarmi di Rete. Di come potesse cambiare il mondo. Non conoscendolo lo assecondai. Gli sorrisi. Cercai di non contrariarlo. Temevo di ritrovarmi una chiocciola o un puntocom in qualche posto sensibile. Era molto convinto di quello che diceva. Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco che invece che ai lupi e agli uccellini parlasse a Internet. (…) Ebbi, lo confesso, un attimo di esitazione. Strinsi gli occhi. Casaleggio ne approfittò. Mi parlò allora, per spiegarsi meglio, di Calimero il pulcino nero, Gurdjieff, Giorgio Gaber, Galileo Galilei, Anna di York, Kipling, Jacques Carelman e degli adoratori del banano. Tutto fu chiaro, era un pazzo. Pazzo di una pazzia nuova, in cui ogni cosa cambia in meglio grazie alla Rete. Aziende democratiche, persone al centro di ogni processo, intermediazioni economiche e politiche soppresse, libera circolazione di idee, abolizione della proprietà intellettuale. […] Ce n’è abbastanza per rinchiuderlo. È un individuo oggettivamente pericoloso e socialmente utile”.

Un incontro che cambiò la vita di entrambi. La cosa più evidente fu nel rapporto di Grillo con i computer e internet. Il comico che sfasciava tastiere e monitor durante i suoi spettacoli cambiò radicalmente idea sulle tecnologie digitali e sul web. Di lì a poco, alla fine di gennaio 2005, nacque il blog www.beppegrillo.it. Il blog è stato da subito uno dei più cliccati e Grillo è diventato una delle personalità più importanti della Rete al mondo, come riconosciuto per più anni di fila anche dalla rivista americana Forbes.

Popolarità su internet costruita attraverso battaglie di controinformazione ambientaliste, legalitarie e a favore della diffusione di internet. In un’escalation di politicizzazione che già nel 2007, dopo un discorso del comico al Parlamento Europeo e il primo Vaffa-day, faceva parlare di di “grillismo”. Nel 2009 la presentazione delle prime liste civiche e poi la nascita del MoVimento 5 Stelle.

Potenza di Gianroberto Casaleggio da Milano. Look singolare, lo hanno descritto come un “Angelo Branduardi ingrassato”, un “sosia di Telespalla Bob” (un cattivo dei “Simpsons”), “uno yuppie”, “un nerd smanettone”, “con la capigliatura di uno studente della Berkeley fuori corso”, “l’espressione da primo della classe”, “con gli occhialetti alla Harry Potter”: ha qualcosa di tutte queste definizioni.

I soci fondatori della Casaleggio Associati

Della sua biografia si sa poco e di gran parte di quello che si sa la fonte è lo stesso Casaleggio. Diplomato in informatica, si iscrive a Fisica, ma non impazzisce per la matematica. Nel suo singolare pantheon convivono Gengis Khan, il Parsifal di Chrétien de Troyes, la saga di Camelot, Dante, Kipling, Georges Ivanovič Gurdjieff, Marshall McLuhan e Forrest Gump. Altrettanto singolare è che un nerd come lui diventi padre a 21 anni. Lascia gli studi per dedicarsi al bimbo e alla famiglia. Nulla si sa dei suoi vent’anni. Quando inizia a lavorare nella Olivetti infatti è la metà degli anni 80 e Casaleggio è un trentenne. Venti anni più tardi lo ritroviamo giocatore di tennis, allenatore di una squadra di calcio, appassionato di storia, fumetti e fantascienza. Talmente appassionato che, racconta il Corriere:

Sulle orme di Parsifal (personaggio a lui caro) dichiara di voler ricercare “la vera natura degli uomini”. E così, ad esempio, per le riunioni da sempre ama immergere il gruppo dirigente nel mondo cavalleresco e spirituale della leggenda di Camelot (alla scoperta di quei luoghi ha persino trascorso una vacanza). Usa una tavola rotonda attorno alla quale fa sedere i suoi manager per “parlare liberamente”. E talvolta […] usava il castello di Belgioioso, vicino Pavia, per gli incontri allargati, “dove parlare come vecchi amici”.

C’è chi si fa la barca, chi la campagna, Casaleggio il bosco: è a Quincinetto, nel Canavese, sopra Ivrea, “come quello della Bella Addormentata” e lo cura ogni weekend. Oltre al bosco presenza fissa nella sua vita sono due gatti persiani.

Un profilo misterioso, alimentato dal suo rifiuto a concedere interviste e alla sua ritrosia ad apparire in pubblico. Chi lo ha incrociato alle riunioni del Movimento a Cinque Stelle o l’ha visto in qualche raro video su Youtube ha potuto notare come la sua voce assomigli molto a quella di Giulio Tremonti.

Molto di più si sa del suo curriculum. Inizia, come detto, alla Olivetti e sposa totalmente la filosofia del fondatore Adriano Olivetti: “L’azienda basata sul valore dell’uomo”. Quando diventa amministratore delegato della Webegg (joint-venture tra Olivetti e Telecom che si occupava di consulenza strategica per internet) applica “l’olivettismo” ai 600 dipendenti, ai quali l’azienda offre corsi di formazione, prestiti di denaro, assistenza legale e psicologica. Nel frattempo con la Telecom fa nascere una società molto simile: la Netikos. Nella quale Casaleggio è parte del consiglio d’amministrazione.

Fino a che, nel gennaio 2004, Casaleggio trascina con sé un po’ di dirigenti della Webegg in una nuova avventura: la Casaleggio Associati. Fra i soci fondatori ci sono Mario Bucchich, Luca Eleuteri, Davide Casaleggio (il figlio, già precoce campione di scacchi), Gianroberto Casaleggio ed Enrico Sassoon. Quest’ultimo, giornalista del Sole 24 Ore dal 1977 al 2003, è un personaggio chiave è il perché lo spiega un documentatissimo articolo di Pietro Orsatti su Micromega, datato 2010:

Enrico Sassoon

Nel 1998 Sassoon è amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, di fatto una lobby indirizzata a favorire i rapporti commerciali delle corporation americane in Italia e il cui presidente è tuttora il vice di Microsoft Italia, Umberto Paolucci. Proprio nel consiglio di amministrazione dell’American Chamber of Commerce in Italy si comprende quale sia uno dei fattori di successo nelle relazioni della Casaleggio Associati. Oltre a Paolucci compaiono nel 1998 altri personaggi di grande spessore. La lista pubblicata al momento della nomina di Sasson vedeva, fra gli altri: Gian Battista Merlo, presidente e amministratore delegato Exxon Mobil Mediterranea Srl; Gianmaria Donà dalle Rose, amministratore delegato Twentieth Century Fox Home Entertainment Italia; Massimiliano Magrini, country manager Google Italia; Luciano Martucci, presidente e amministratore delegato Ibm Italia Spa; Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset Spa; Maria Pierdicchi, direttore generale Standard & Poor’s; Massimo Ponzellini, presidente Impregilo Spa; Cristina Ravelli, country legal director The Walt Disney Co. Italia Spa; Dario Rinero, presidente e amministratore delegato Coca-Cola Hbc Italia Srl; Cesare Romiti, presidente onorario Rcs.

Sassoon è anche Board member di un altro importante snodo di potere e relazioni:

L’Aspen Institute Italia, il prestigioso pensatoio, creatura di Gianni Letta, presieduto da Giulio Tremonti. E l’Aspen Institute pesa, ovunque agisca. Luogo di incontro fra intellettuali, economisti, politici, scienziati e imprese. Nell’Aspen transita l’élite italiana, che faccia riferimento al centro-destra o al centro-sinistra. Con quali finalità? «L’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni», si legge nella mission dell’istituto. E in che modo? «Il “metodo Aspen” privilegia il confronto e il dibattito “a porte chiuse”, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva».

È Sassoon, quindi, l’uomo delle relazioni al massimo livello della Casaleggio Associati. Siede ai vertici di organizzazioni d’élite, ha relazioni, opportunità di accedere alle giuste informazioni. L’uomo, giustamente, del business. E che fa capire quanto il gruppo Casaleggio Associati non sia affatto un collettivo di nerd smanettoni, ma uno dei pensatoi più accreditati per quanto riguarda le potenzialità di mercato della Rete nel nostro paese.

No, non è un “collettivo di nerd smanettoni”. Sul sito della società si legge che

Casaleggio Associati ha la missione di sviluppare consulenza strategica di Rete per le aziende e di realizzare Rapporti sull’economia digitale. Per indirizzare le aziende in Rete è necessario disporre di una conoscenza puntuale dell’evoluzione in atto, sia a livello nazionale che internazionale. Casaleggio Associati dispone di competenze specifiche sulla Rete, tramite i suoi soci ed affiliati; della conoscenza del territorio di applicazione, dovuta ai Rapporti e ai Focus di settore; delle tendenze e delle best practice, grazie al network di partner statunitensi.

I partner statunitensi sono due: la Enamics, società che vanta relazioni aziendali con Pepsico, Northrop Grumman, US Department of Tresury (Dipartimento del Tesoro Usa), Bnp Paribas, American Financial Group e JP Morgan. E poi ancora: Coca Cola, Bp, Barclaycard, Addax Petroleum, Shell, Tesco, Kpmg Llp, Carbon Trust, Unido (United Nations Industrial Development Organisation), London Pension Fund Authority (Lfpa).

E poi la Bivings Group, ora evolutasi nella Brick Factory. Casaleggio deve molte delle sue idee a quest’azienda, una delle prime al mondo nel web marketing, che attraverso i social network e i forum fa attività di lobbing per conto dei propri clienti, manipolando l’opinione pubblica in modo tale da migliorare l’immagine di colossi “cattivoni” come la Monsanto, la Philip Morris, la Lorilland Tobacco e la Bp Amoco.

Dai maestri americani Casaleggio ha imparato a maneggiare gli influencer, vale a dire un 10% di persone molto attive nella vita e su internet capaci di influenzare le opinioni del restante 90%. Spiega lo stesso Casaleggio sul sito della sua società:

Queste persone in modo diretto o indiretto gestiscono le comunità on line […] circa metà hanno meno di 22 anni, gli studenti sono al 40%, la maggior parte degli influencer sono uomini, il 60% […] hanno una derivazione professionale o artistica o tecnologica.  

Gli influencer agiscono […] nell’ambito delle comunità on line, che hanno 5 tipologie:
– la vicinanza, quando si creano dei gruppi fisici attraverso la rete come avviene per Meetup
– attività in comune quindi creazione di conoscenza come avviene per Wikipedia
– la condivisione degli stessi interessi
– le competenze come avviene per alcuni social network professionali per esempio Linkedin
– le connessioni come avviene in social network come Facebook, MySpace

Dalla teoria degli influencer enunciata dallo stesso Casaleggio molto si capisce dei grillini e del funzionamento del Movimento a Cinque Stelle. In pratica il movimento-partito di Grillo è una rete di influencer coordinata da un’organizzazione di stampo aziendale che ha al vertice il guru Gianroberto. Una rete addestrata da corsi di pochi giorni che si tengono a Milano, dove sono vietate telecamere e registratori e dove uomini di Casaleggio insegnano ai giovani grillini come si gestisce un blog, un forum, come si diventa un candidato vincente. Ovvero una persona che “deve possedere più soft skills (attitudini) che hard skills (competenze)”, che sappia usare la Rete quanto parlare in pubblico. Pubblico al quale deve mostrare una faccia pulita. E niente cravatta: lunghe discussioni fra organizzazione e militanti sono arrivati a questo unico comune denominatore sul look.

Beppe Grillo (LaPresse)

Una rete di venditori di idee, con un’organizzazione aziendale guidata da un’eminenza grigia, più bravi degli altri a utilizzare le comunicazioni di massa, più giovani e dal look più accattivante, che si pongono come nuovo. Con un frontman che raccoglie consensi, soldi, amori, odii e prime pagine. Con un deficit (sentire Giovanni Favia per credere) evidente di dibattito interno… Cosa vi ricorda?

Provate a sostituire gli influencer con i venditori di Publitalia, internet con la televisione, i meetup con i club: vi accorgerete che l’ascesa del Movimento a 5 stelle ha molte analogie con la nascita di Forza Italia e che Casaleggio per Grillo è una figura decisiva così come lo fu Marcello Dell’Utri per Silvio Berlusconi. Cambia sicuramente la base sociale a cui i due partiti-non-partiti si rivolgono, cambia il capitale iniziale, ma è uguale il metodo e l’allergia alla democrazia.

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