Nella lettera inviata ai direttori, il primo cittadini ha scritto che “a oltre 14 mesi dal terremoto l’attenzione del Paese sta scemando. Vi chiedo di venire all’ Aquila e di raccontare ciò che vedrete. Vi chiedo di accendere i riflettori per illuminare la città, affinché non rimanga solo l’immagine della consegna degli alloggi o delle proteste. Oggi la situazione è drammatica perché l’economia è allo stremo e non riesce a partire la vera ricostruzione”.
Cialente ha spiegato lo stato d’animo suo e dei suoi concittadini: “Abbiamo lo spettro di dover ricominciare a pagare tributi, tasse, mutui e, contemporaneamente, restituire tutti gli arretrati. Per migliaia di famiglie aquilane, e soprattutto per i lavoratori autonomi, equivarrà a spalancare le porte dell’inferno della disperazione. La ricostruzione è ferma perché non abbiamo risorse. Il dramma della Città dell’Aquila, la nostra disperazione, la ricostruzione del cratere, è infatti innanzitutto un problema del Paese”.
Il sindaco ha anche annunciato che, siccome manca liquidità di cassa, l’assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune, Giustino Masciocco, si è dimesso: “A fronte di una situazione drammatica per l’impossibilità di usare molti fondi stanziati per il terremoto, con migliaia di persone ancora in assistenza e la ricostruzione leggera bloccata. Masciocco mi ha presentato una lettera di dimissioni. Mi auguro torni sui suoi passi”.