Il 26.08.2010 ore 10.33 La Procura di Milano intercetta una telefonata tra Lele Mora ed Emilio Fede
Emilio: ieri sera ho lanciato un breve e drammatico messaggio
Lele: si
Emilio: “quell’amico sta proprio nei guai, guai passa da una depressione a un collassi ecc ecc, secondo me bisogna dargli una mano, anche se non tutto in parte ma bisognadargiela “
Lele: e lui?
Emilio: silenzio, recepito allora bisogna che adesso pensaci bisogna fare qualcosa oggi
Lele: lo chiamo oggi
Emilio: lo chiami o gli mandi due righe… “per favore mi dia una mano”, eh solo così
Lele: ok benissimo
Emilio: già detto poi ti chiamo
Lele: grazie
Alle 18.35 dello stesso giorno i due si sentono al telefono e fanno il punto della situazione.
Emilio: e allora gli ho spiegato che la situazione., dice: “mah ho ricevuto già un messaggio …. “allora dico: “senti cosa si può fare? ” dico “guarda dico così, e così, così ma poi te lo spiego di persona… no di persona, al telefono” e allora dice: “Ma tu pure sei intervenuto?” “sì, con 50 e 50, piccola cosa… “
Lele: m…
Emilio: dico perché io non è che posso…
Lele: certo
Emilio: dice “però” dico “guarda, però va aiutato” “ma sì ma quelle cose non si è… ” dico “vabbeh almeno”, “tu che dici?”beh “almeno uno, uno e mezzo”, capito?
Lele: certo, certo
Emilio: ecco allora ha detto di sì che parlava subito
Lele: ah benissimo
Emilio: sì però mi devi chiamare…
Lele: sì la chiamo come arrivo da un altro numero
Emilio: dai
Alle 20, sempre del 26 agosto, Lele Mora contatta Fede in ufficio.
Fede: va bè, allora, eh io ho parlato, no m’ha chiamato lui, (incomprensibile)
Mora: certo
Fede: per dirmi che s’era, ee voleva stare a casa, va bè insomma, forse aveva qualche eh, allora, io ieri sera gli ho detto che e eh no? no?
Mora: si si si certo, tutto
Fede: ecco, perchè questa persona di qua eeh arriva mah, bene, tra l’altro è veramente nei guaì, eh anche soffre di crisi depressive, la pressione alta e bassa, ce lo giochiamo, va correndo per l’Italia per rimediare cinquemila o settemila o diecimila, eh, secondo me bisogna dargli una mano, oggi mi chiama e mi dice, sai m’è arrivato un messaggio, scritto di lui
Mora: mh
Fede: che mi diceva così, e dico guarda, ti confermo è una situazione, non possiamo abbandonarlo così, eh bisogna aiutarlo, “eh ma lui queste cose non tutte e’hanno solo, come si dice, ipotecate cose eccetera eccetera” sì, dico, però sai eh il problema è io potevo dire qualcosa ho fatto, di poco, gli ho dato due volte cinquanta, ma
Mora: mh
Fede: gli servivano proprio per esigenze non più rinviabili, e dice “beh, non è poco” beh va bè, insomma non è poco per me, per lui qualcosa è stato, ma sai dice, dico, “secondo te” ma secondo me guarda almeno uno e mezzo, uno minimo, bisogna darglielo, sennò è rovinato no?
Mora: e adesso la prossima operazione, come sarà?
Fede: che parlava con i suoi,
Mora: sì
Fede: consulenti, sappiamo chi è no?
Mora: si certo
Fede: se va bene per vedere quindi se eh ritorna il ….. perchè lì guarda che ti posso dire, adesso te lo posso dire, che la cosa l’ha chiusa perché avevo parlato anch’io con Spinelli
Mora: si
Fede: e mi aveva detto “no, guardi direttore, secondo mee eeh, parere negativo “
Mora: mh
Fede: un mese fa, non te l’ho detto per per non preoccuparti
Mora: certo
Fede: adesso l’abbiamo, l’ho sbloccata
Mora: l’ha sbloccata direttamente lei ieri sera
Fede: ecco, allora, ma le che vada è “uno”
Mora: va bene
Fede: di cui ti sei di “sei” e “quattro” io
Mora: certo,
Fede: per forza
Mora: okkey
Fede: invece “uno e mezzo”
Mora: va bene
Fede: come potrebbe essere, allora, se è “uno e mezzo” “sei” e il resto è tuo, va bene?
Mora: va benissimo
Fede: ecco, allora, adesso la cosa è avviata
Mora: meraviglia, maraviglia
Fede: eh, dimmi che sono bravo e sono un amico
Mora: no bravo, di più
Fede: ecco eh, bisogna trovare il momento giusto
Mora: okkey
Fede: il momento giusto, comunque secondo me adessoo adesso ci siamo, va bene?
Mora: benissimo
Fede: io siccome penso che tu sarai chiamato, tu dici guardi, proprio per non finire, “uno e mezzo”
Mora: va bene
Fede: però nella peggiore delle ipotesi dici “uno e tre”, non so, hai capito?
Mora: certo, certo
Il 28.08.2010 alle 11.20 Lele Mora parla ancora con Fede.
Emilio: allora, ieri sera è tornato il discorso, eravamo in cinque, non di più. Dice “ma senti però sai quello lì… ” hai capito, l’avvocato della minchia, ha detto “ah perché poi se si viene… se viene fuori, allora viene fuori che lui… eh… procurava programmi etc. “Dico, guarda, senti, questo uomo c’ha dato tutto ed è quello che c’ha dato soprattutto la riservatezza, mi segui?
Lele: assolutamente, sono tutto orecchie
Emilio: allora, riservatezza… quindi io trovo che, ho detto… quell’altro “è troppo severo, capisco la prudenza e tutto (incomprensibile) ” guarda io ti dico solo questo, che lui sarà al creatore anche parlo fisicamente oltre che… perché lui rischia la… non mi ricordo più come si chiama… la bancarotta (incomprensibile) allora diventa peggio il problema, ah ma, dice lui secondo te quanto ha bisogno?” dico guarda proprio limitandolo, perché meglio essere così no, che poi magari diventa… dico uno e due
Lele: uhm
Emilio: di cui cento li da a me in due rate che ho prestato cinquanta e cinquanta, capito?
Lele: certo
Emilio: vuol dire che possono diventare uno e mezzo
Lele: bene, bene
Emilio: facciamo il calcolo che diventino uno e due
Lele: un… si
Emilio: io ne prendo quattro e tu otto, va bene?
Lele: benissimo
…. Emilio: allora se è così “io guardi eh… la salvezza-salvezza sta in uno e mezzo se… io ho una cosa… anche” digliela sta cosa… “io ho una cosa da dare al direttore”
Lele: si, si
Emilio: da restituire… che poi in un certo senso tecnicamente può essere anche vero, no?
Lele: si, eh, direi
Emilio: eh, capito? eh allora… però insomma… “guardi… almeno”
Lele: meraviglia, meraviglia, bravo direttore, bravo
Emilio: eh, capito?