La nota ufficiale smentisce che quella mano sia “vaticana” e quindi smentisce sia stata quella di Vian. Ci mancherebbe altro che il Vaticano avallasse con imbarazzato silenzio questo sospetto. Smentita dunque ovvia e doverosa. Ma strana, molto strana l’affannata precisazione sul “Papa informato”. Una smentita non ovvia, non doverosa, perfino fuori misura. Che ottiene l’effetto che spesso tocca alle smentite troppo recise e decise, quello di “confermare” in qualche modo la “notizia” che si vuol negare. La storia che le rassegne stampa del Papa erano volutamente incomplete viene da dentro il Vaticano, lì i quotidiani l’hanno raccolta. Questo è un fatto. Il Papa tenuto relativamente all’oscuro, di certo non poteva apprendere tutto guardando i Tg istituzionalmente “purgati”, è ipotesi ai limiti del possibile e del credibile. Il non mettergli sotto il naso quegli articoli non sarebbe stata certo una scelta per non turbargli l’umore o “addolorarlo”. Sarebbe stato ingenuo e quasi disperato espediente.
Però qualcosa esce da tempo dal Vaticano: Feltri ha smentito di aver avuto la sua “carta sporca” da Vian. Ma ha confermato di averla ricevuta dal Vaticano. E dal Vaticano hanno raccontato la storia delle rassegne stampa. Qualcosa esce con la frenesia di un formicaio nervoso. Il Vaticano fa ufficialmente sapere: tutto in regola, non succede nulla. Ecco, questa è troppo forte da credere, proprio come la storia di Vian e delle rassegne stampa purgate.