Come? Devono pagare una multa da 2500 dollari e almeno a livello statale risulterebbero in regola. Il problema si pone però a livello federale perché permetterebbe una regolarizzazione di chi è entrato illegalmente negli Stati Uniti e quindi viola la legge.
In un paese che vota a maggioranza Repubblicani e che è legato alla Chiesa dei mormoni il valore simbolico di questo tentativo di gestire i clandestini ha una ragione principalmente economica. Il messaggio che si vuole fare passare è quello dell’importanza degli immigrati nella macchina produttiva e consente di fatto agli imprenditori di assumere i lavoratori irregolari per due anni tramite il cosiddetto guest worker permit, una sorta di sanatoria per potere ingaggiare per due anni i clandestini.
L’opposizione sostiene invece che una mossa di questa portata incentiverebbe soltanto l’immigrazione clandestina senza riuscire a gestirla come una sorta di amnistia che così estinguerebbe il reato e non per un singolo caso. Fra questi ci sono i Tea parties che invocano anche l’incostituzionalità della norma.
Adesso l’Utah potrebbe diventare un modello anche per altri Stati per evitare che si arrivi a una legge che criminalizza l’immigrazione come in Arizona. Indiana, Maine, Georgia e Kansas sono fra questi.
I leader, governo e anche molte associazioni, sono pronti ad affrontare la sfida perché l’Utah porti la questione statale a questione generale degli Usa, con un piano ad hoc e di riferimento nazionale.