Boeri: "In Italia manca un salario minimo. La povertà è in aumento proprio fra chi lavora" (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Secondo l’economista Tito Boeri, in una intervista a La Stampa, “l’occupazione che sale e i salari che restano bassi sono due facce della stessa medaglia: se il costo del lavoro diminuisce, le imprese tendono ad assumere di più”. Tuttavia, questo equilibrio ha un prezzo sociale evidente: “La povertà è in aumento proprio fra chi lavora”. Boeri sottolinea che “in molte imprese i lavoratori vengono pagati molto meno del valore di ciò che producono”, evidenziando un sistema di relazioni industriali inefficiente.
A rendere questo quadro ancora più critico è la fragilità della contrattazione collettiva: “Contratti rinnovati con troppo ritardo, contratti pirata che riducono il potere del sindacato”. Secondo Boeri, uno strumento fondamentale potrebbe essere l’introduzione di una soglia minima retributiva: “E poi in Italia manca un salario minimo. Certamente funzionerebbe per la fascia più bassa delle retribuzioni”.
Un’altra criticità sollevata riguarda la struttura attuale della contrattazione: “Abbiamo grandi differenze di produttività fra imprese e Regioni”. Boeri osserva che “imporre a tutti lo stesso salario con l’attuale sistema centralizzato di contrattazione penalizza i lavoratori delle imprese più produttive e rischia di togliere lavoro a chi vive in aree a bassa produttività”.
Il punto centrale diventa il potere contrattuale dei lavoratori, che oggi è compromesso: “Il potere contrattuale dei lavoratori risiede nel poter dire al datore di lavoro che li paga troppo poco: ‘arrivederci, vado a lavorare per qualcun altro'”. Ma questo equilibrio salta quando “la contrattazione centralizzata permette invece alle imprese di coordinarsi nel pagare poco il lavoro”.
Boeri insiste anche sulla necessità di riforme normative: “Da anni occorre una legge sulla rappresentanza”. Il proliferare di contratti firmati da associazioni non rappresentative ha, secondo lui, effetti dannosi: “Se i salari non si sono adeguati è per il ritardo nei rinnovi contrattuali e il crescente numero di contratti nazionali di associazioni non rappresentative, che praticano sconti salariali fino al 40%”.
Altro nodo cruciale è quello della formazione e della fuga dei cervelli: “Da decenni incentiviamo fiscalmente la formazione senza preoccuparci di vedere se poi viene fornita. Il fatto più grave è che i nostri giovani più istruiti vanno all’estero. Da noi sono pagati troppo poco”.
Infine, Boeri è critico anche verso il governo: “I referendum, fatto salvo quello sulla cittadinanza, sono quesiti contro la storia. Irrigidire le regole non può che peggiorare la situazione salariale”. E conclude con un giudizio severo: “In politica economica a questo governo darei un ‘senza voto’: non stanno facendo nulla. Temo invece l’attivismo sul fronte bancario, anche perché mi sembra ispirato esclusivamente a logiche di potere”.