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Calenda: “Il decreto sicurezza illiberale ma le proteste della sinistra sono un favore alla destra”

Carlo Calenda in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha espresso una dura critica al recente decreto sicurezza, definendolo “illiberale”, pur prendendo le distanze dal sit-in della sinistra in Aula a Palazzo Madama. Il leader di Azione ha condannato il comportamento dei parlamentari progressisti, che hanno urlato “ver-go-gna” per protestare contro il provvedimento. “La sicurezza è una cosa seria e bisogna discuterne nel merito. Non con gli show – spiega –. Domando: si sono resi conto di aver fatto il più grande favore a questa destra?”.

Calenda critica in particolare il metodo con cui è stato approvato il decreto: “Non si mette la fiducia a una norma che introduce nuovi reati. Soprattutto se è fatta per decreto. Ho chiesto a FI cosa ne penserebbe il loro fondatore”.

Misure condivise e scelte incomprensibili

Il leader di Azione ha poi ricordato la propria esperienza da ministro delle Infrastrutture, facendo un confronto con la gestione delle proteste contro il Tap. “Li abbiamo fatti sgomberare – ricorda –. Ma non puoi dargli da uno a cinque anni di galera. Alcune parti le avrei votate. Altre sono allucinanti”.

Calenda ha espresso apprezzamento per alcune misure, come “la tutela legale degli agenti, le aggravanti per chi occupa abusivamente, chi si impossessa di case di anziani o disabili. O la possibilità per i servizi di infiltrare la mafia o l’eversione”. Tuttavia, ha bocciato senza mezzi termini altri provvedimenti, come il divieto della cannabis light. “Si cancella per decreto un settore che fa lavorare 30.000 persone, quasi come Stellantis. Soprattutto più giovani. Senza contare che se rendi illegale la cannabis light il consumo vira sulle ‘canne'”.

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Amedeo Vinciguerra