(Foto d'archivio Ansa)
La lunga notte in commissione Bilancio al Senato si è conclusa con il ritiro del maxi-emendamento del governo da 3,5 miliardi alla manovra. A fotografare il clima è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, interpellata dai cronisti dopo il Consiglio europeo, ha spiegato: “Non ho avuto modo, essendo usciti alle 4 del mattino, di parlare di niente riguardo ai temi italiani, mi perdonerete se su questo non sono in grado di dare delle risposte”.
Tutto prende avvio ieri sera, quando in commissione esplode il nodo politico sulle pensioni. La Lega si oppone all’allungamento delle finestre per il pensionamento anticipato. Il senatore Claudio Borghi, relatore della manovra e esponente del Carroccio, avverte: “Noi con un allungamento anche formale dell’età pensionistica quell’articolo non lo votiamo. Se non lo votiamo cosa succede? Che quell’emendamento non si farà”. Nel corso dell’ufficio di presidenza, il sottosegretario all’Economia Federico Freni conferma che non arriveranno modifiche sul capitolo previdenziale e la commissione viene sospesa fino a tarda notte. Nelle ore successive matura la scelta del governo: ritiro integrale dell’emendamento.
Una parte delle misure confluirà in un nuovo emendamento, il resto sarà rinviato a un decreto legge. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani chiarisce: “C’è stata questa decisione perché la Lega ha posto un problema politico sulle coperture previdenziali”. Freni aggiunge: “L’iperammortamento rientra nella nuova versione dell’emendamento, le altre cose nel decreto legge”.
Durissime le reazioni delle opposizioni. Il capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio al Senato, Daniele Manca, attacca: “Non c’è più né l’emendamento né la Lega né il governo”. La capogruppo di Italia viva al Senato, Raffaella Paita, parla di “clamoroso autogol politico” e di “implosione della maggioranza”. Il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli, sottolinea che “salta per una questione politica interna alla maggioranza e alla Lega”, mentre Tino Magni, senatore di Alleanza Verdi e Sinistra, denuncia il ritiro di previdenza complementare, Zes e misure contro il caro-materiali. La commissione tornerà a riunirsi alle 8 del mattino. Resta da capire se in maggioranza si riuscirà a ricucire lo strappo.