La politica italiana è un ginepraio, vengo anch’io, no tu no: Bruno Tucci ci aiuta a orientarci - Blitzquotidiano.it(foto dell'agenzia di stampa ufficiale del Bahrein (BNA): il principe ereditario del Bahrein Salman bin Hamad al-Khalifa sul tappeto rosso con il primo ministro italiano Giorgia Meloni, al suo arrivo all'aeroporto internazionale del Bahrein a Manama)
Districarsi nel ginepraio della politica italiana diventa sempre più difficile. Non si sa mai se Tizio sta da una parte e Caio dall’altra.
Ad esempio: Giorgia Meloni, nonostante la pace si allontani sempre più, continuerà ad aiutare l’Ucraina e darle tutto l’aiuto possibile. Matteo Salvini si mette subito di traverso, non è d’accordo. In parole semplici non è favorevole a questo salasso continuo delle nostre risorse.
È una maggioranza che va avanti a singhiozzo. Un giorno è tutto rose e fiori, l’altro mostra le sue differenze. “Non è un problema”, replicano gli uomini e le donne di destra. “Ognuno di noi può esprimersi liberamente, salvo poi votare all’unanimità quando si deve prendere una decisione che conta”.
Ora si pensa soprattutto alla festa di Atreju che si terrà a Roma questo fine settimana. Sarà una kermesse a cui parteciperanno molte personalità di spicco anche se di colore diverso. Giuseppe Conte e Angelo Bonelli, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Figure che non penseresti mai di vedere ad un galà dei Fratelli d’Italia.
Il leader dei 5Stelle (forse per scusarsi) ricorda che anche quando era presidente del Consiglio accettò l’invito di Giorgia Meloni, in quel momento grande oppositrice di Palazzo Chigi.
Lo stesso dicasi per Angelo Bonelli sempre più presente ai talk show del suo gemello Nicola Fratoianni. Non c’è più quell’unione di una volta?
Torna sulla scena pure Gianfranco Fini che afferma sorridendo: “Il tempo non è tiranno”.
Non ci sarà Elly Schlein che si ritiene offesa dal comportamento della premier la quale voleva che all’incontro scontro partecipasse il presidente dei pentastellati. “Lo faccio solo perché a sinistra non si è ancora deciso chi sarà il grande leader”.
Parole che hanno indispettito la segretaria e il suo clan che ha risposto stizzita “Aveva paura di essere sbugiardata dal primo esponente del Pd che le avrebbe elencato tutte le nefandezze e i ritardi del governo”. Tutto questo non turberà l’ambiente della festa e sarà assai importante sentire chi è nettamente contrario all’esecutivo e soprattutto alla “underdog” dei Fratelli d’Italia.
Comunque sia, il trattenimento politico che vedrà impegnato il gotha dei Palazzi non fa dimenticare alla premier i grandi problemi che assillano l’Europa.
In primo luogo, naturalmente, la guerra tra Russia e Ucraina che sembra non aver mai fine neanche dinanzi alle migliaia di morti e di rovine che il conflitto sta producendo. “La Russia non mostra nessuna possibilità di arrivare ad un accordo”, sostiene. “Ecco perché il problema diventa sempre più intricato”. Aggiunge senza pensarci due volte: “Per questo noi saremo comunque accanto a Zelensky e lo aiuteremo con tutte le nostre forze”
I guai, comunque, sono come gli esami: non finiscono mai. Chi è al governo deve sopportare non soltanto gli attacchi dell’opposizione (è ovvio), ma anche qualche malumore dei due vice premier che continuano a perorare le loro cause anche se la Meloni la pensa diversamente: “L’importante è che al dunque si sia tutti uniti”, replicano i fedelissimi della destra.
Nemmeno Elly Schlein può trascorrere qualche giorno di tranquillità viste le tante e diverse opinioni che dividono il Pd. I riformisti sono sul piede di guerra, i “dimenticati” sono pronti a sferrare il loro attacco appena se ne presenterà l’occasione.
Per via del Nazareno c’è ogni giorno una gatta da pelare. Ora è la volta della deputata europea Alessandra Moretti a cui è stato negato il “niet” del Parlamento per un suo coinvolgimento nel Qatargate. “Proverò ai giudici la mia estraneità ai fatti per i quali sono stata indagata”, dice perplessa.
Ma non è la sola tegola per la Schlein: ne esiste pure un’altra ben più grave che riguarda Federica Mogherini, ex ministro degli Esteri del Pd ai tempi del governo Renzi. Ora è al vertice della cooperazione internazionale e come molti di voi sapranno, è stata per una notte in stato di fermo negli uffici della polizia di Bruges. L’Eppo, vale a dire l’ufficio europeo dei pubblici ministeri, l’ha accusata di frode e di violazione del segreto professionale. Due mattoni pesanti caduti sulla testa della “ministra dai capelli biondi”.
Come è logico, la notizia ha fatto il giro del mondo anche perché insieme con lei, è finito nel tritacarne della giustizia anche l’ex ambasciatore Stefano Sannino. Ora le peripezie dei due sono in parte sospese perché dopo molte ore di interrogatorio, entrambi sono stati rilasciati “in quanto non sono considerati a rischio di fuga”.
Le indagini, quindi, sono solo all’inizio: saranno lunghe ed è difficile prevedere quali saranno le sue conclusioni.
Può darsi che tutto finisca in una bolla di sapone, che non è stato commesso nessun reato da parte della Mogherini e di Sannino. Però, intanto, sono finiti nel baratro di una giustizia che a volte è troppo frettolosa.
Non si potevano interrogare i due senza il fragore di una informazione che si è buttata a pesce sulla notizia? Potrebbe essere alla fine che con questa storia gli indagati non c’entrano assolutamente nulla, ma intanto sono caduti nel ludibrio della gente che magari non leggerà nemmeno che l’inchiesta è finita nel nulla. Come dire: tutto il mondo è paese e così sono i pubblici ministeri di ogni nazione. Forse sarebbe necessaria e indispensabile una maggiore prudenza.