Politica

L’EDICOLA, Il Corriere: “Autobomba a Mosca, ira di Putin”. Repubblica: “Manovra, un altro stop”. Il Fatto: “Il Colle taglia l’urlo all’Inno di Mameli”

Sono due le principali notizie di oggi in apertura sui quotidiani: la discussione in Senato sulla legge di bilancio, che dovrebbe essere approvata oggi e passare quindi alla Camera, e la morte di un generale russo a Mosca dopo l’esplosione di una bomba sotto la sua auto. “Autobomba a Mosca, ira di Putin”, titola il Corriere. “Manovra, un altro stop”, è l’apertura di Repubblica. “Il Colle taglia l’urlo all’Inno di Mameli”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.

La rassegna stampa di oggi: 

“Manovra, un altro stop” (La Repubblica).

“Autobomba a Mosca, ira di Putin” (Il Corriere della Sera).

“La paura di unirsi”, di Angelo Panebianco: “Bipartisanship? Quante volte sia il capo dello Stato sia molti commentatori hanno auspicato una convergenza fra maggioranza e opposizione sui temi cruciali della politica estera in nome degli interessi nazionali del Paese? In genere non se ne fa niente: non c’è differenza, per lo più, fra l’intensità dello scontro fra maggioranza e opposizione su questioni interne e questioni internazionali. Solo in qualche rarissima occasione non è così. Qualche volta, una convergenza, sia pure non esplicitata, non dichiarata pubblicamente, si realizza. Ottima cosa?”.

“Attentato a Mosca, sfida a Putin” (La Stampa).

“Pnrr, la spesa viaggia verso i 110 miliardi ma l’88% degli investimenti va completato” (Il Sole 24 Ore).

“Pnrr, già spesi 101 miliardi” (Il Messaggero).

“Ucraina e Gaza, ritrovare la ragione”, di Paolo Pombeni: “Sembra sempre più difficile che la ragione faccia breccia nelle tensioni delle relazioni internazionali. Papa Leone XIV non si stanca di chiederlo, ma ci sono troppi che sono sordi perché si rifiutano di sentire. Le grandi crisi in corso sono connesse e gli attori che vi sono coinvolti puntano ad approfittarne. Abbiamo in mente, come è ovvio, le crisi parallele dell’Ucraina e di Gaza. In entrambi i casi non si trova una breccia per fare qualche passo avanti (sarebbe già tanto, visto il contesto) perché i contendenti sono bloccati da quanto hanno messo in campo fino ad oggi. È molto evidente per l’Ucraina, un po’ meno, ma non siamo in un quadro molto diverso, per Gaza”.

“L’imam sfida l’Italia: Corrotti, l’islam vincerà” (Il Giornale).

“Il resto di niente” (Il Manifesto).

“Il Colle taglia l’urlo all’Inno di Mameli” (Il Fatto Quotidiano).

“La drone de guerre”, di Marco Travaglio: “Mannaggia: era tutto così perfetto che sembrava vero. A noi italiani i (presunti) attacchi ibridi della Russia che invade l’Europa un millimetro quadrato al giorno a suon di droni, curiosamente mai identificati né abbattuti, quasi fossero roba nostra, facevano una pippa”.

“Manovra a sorpresa” (Avvenire).

“Mosca, ucciso un generale russo. Trump insiste: Groenlandia a noi” (Domani).

“La rivoluzione del Papa” (Libero).

“Sesso e famiglia, la realtà supera la fantascienza”, di Mario Sechi: “L’anno sta correndo verso i titoli di coda, nel finale del 2025, due storie in apparenza minori mi sembrano di enorme importanza per le loro origini e conseguenze, rivelano lo spirito del tempo: il cambio di sesso di un tredicenne autorizzato da un giudice, l’ordine di un tribunale che separa i bambini dai genitori della famiglia nel bosco. In entrambi i casi, il diritto si serve di un “concerto” di esperti che si definiscono a vario titolo “scienziati”. Il diritto decide, ma il consiglio, l’opinione, il certificato che prepara il verdetto è dei professori, dei medici, degli assistenti sociali, degli psicologi”.

“Mattarella grazia uno scafista” (La Verità).

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Giuseppe Avico