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Nel 2025 mai così tante guerre dall’inizio della Seconda guerra mondiale, l’inviato della BBC: “La Terza è già iniziata”

Tante guerre, una situazione esplosiva e un rischio di un conflitto mondiale che non è più teorico. È in questo quadro che si chiude il 2025, un anno che, secondo uno dei più esperti osservatori dei conflitti mondiali, segna un passaggio storico. John Simpson, inviato della BBC, ricostruisce il presente partendo dalla propria esperienza: “Ho seguito oltre 40 guerre in tutto il mondo nel corso della mia carriera, che inizia negli anni ’60. Ho visto la Guerra Fredda raggiungere il suo apice, per poi semplicemente svanire. Ma non ho mai visto un anno così preoccupante come il 2025”.

A dare la misura di questa escalation sono anche i numeri. Secondo l’Acled Index, “dal 1° dicembre 2024 al 28 novembre 2025 sono stati registrati 204.605 eventi di conflitto”, con “oltre 240mila vittime stimate per difetto”. In questo arco di tempo “una persona su quattro, nel mondo, è stata in qualche modo sfiorata da un conflitto” e “nel giugno scorso il numero di conflitti attivi ha raggiunto quota 56, il più alto dalla Seconda guerra mondiale”. Al centro delle preoccupazioni c’è l’Ucraina.

Simpson riprende l’allarme lanciato da Kiev: “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito che l’attuale conflitto nel suo Paese potrebbe degenerare in una guerra mondiale”. E aggiunge: “Dopo quasi 60 anni di osservazione del conflitto, ho la sgradevole sensazione che abbia ragione”.

La Russia resta l’attore decisivo. “Una delle maggiori potenze mondiali ha già invaso un paese europeo indipendente”, ricorda Simpson, sottolineando come Mosca “abbia dimostrato di essere pronta a spingersi molto oltre”. Vladimir Putin, osserva, “è un giocatore d’azzardo”, anche se “finora il rischio di una risposta nucleare devastante resta troppo grande”.

Ma lo sguardo si allarga anche all’Asia. “Per quanto riguarda la Cina, il presidente Xi Jinping ha l’ambizione di riportare Taiwan sotto il controllo di Pechino”, scrive Simpson, ricordando che “Xi non può permettersi di apparire debole agli occhi dell’opinione pubblica interna”.

La memoria di Tiananmen pesa ancora: “I leader cinesi sanno bene quanto possa sentirsi insicuro un governo che non è stato eletto”. A cambiare l’equilibrio globale è anche l’America: “Washington non solo non è più sicura di voler proteggere l’Europa”. Uno spostamento che, avverte Simpson, potrebbe accelerare una trasformazione già in corso:

“Se pensavate che la Terza Guerra Mondiale sarebbe stata una sparatoria con armi nucleari, vi sbagliate. È molto più probabile che si tratti di un insieme di manovre diplomatiche e militari, che porteranno al fiorire dell’autocrazia. Potrebbe persino minacciare di disgregare l’alleanza occidentale”. “E il processo – conclude – è già iniziato”.

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Gianluca Pace