Politica

Perché la Francia è diventata la “malata d’Europa” e perché il movimento “Blocchiamo tutto” è sceso in piazza

La Francia sta vivendo una crisi politica ed economica senza precedenti con un debito pubblico esploso e una politica che si è “italianizzata”: con le dimissioni di François Bayrou siamo infatti alla quarta crisi di governo in soli 18 mesi, uno scenario inedito per la politica francese.

I livelli raggiunti oggi dal debito francese sono vicini all’insostenibilità. La Francia viaggia al 116 per cento del Pil che si traduce in oltre 3.300 miliardi di euro con la spesa pubblica che finanzia il generosissimo welfare d’oltralpe sfiora il 60 per cento dell’economia nazionale. Il bilancio 2024 si è chiuso con un deficit del 5,8 per cento, tra i più alti d’Europa. Bayrou aveva promesso di portarlo al 4,6 per cento nel 2026 ma era apparsa subito una promessa poco realistica.

Ora il malato d’Europa non è più l’Italia, dove l’attenzione ai conti pubblici da parte del governo Meloni porterà il Paese, non senza sacrifici, a raggiungere in tempi brevi il deficit al 3 per cento come chiesto dall’Europa. E che la Francia stia vivendo una fase davvero difficile è suggellato anche da un altro dato, quello che vede in pareggio lo spread italiano (chi l’avrebbe mai pensato?) con quello francese.

Le proteste del movimento “Bloquons tout” (“blocchiamo tutto”)

E se la crisi dei nostri vicini, favorita anche dalla mancanza di una maggioranza di governo solida con un Macron sempre più isolato, non è una buona notizia per l’economia italiana molto interconnessa con quella francese, a Parigi e nelle altre città d’oltrealpe sono cominciate le proteste molto dure come avviene sempre in questo Paese. A scendere in piazza è il movimento “Bloquons tout” (“blocchiamo tutto” ndr), un’onda imprevedibile di indignati che minaccia di paralizzare Parigi e le altre città.

Si tratta di un movimento post-gilet gialli composto da tante anime unite dall’anti-macronismo. Un movimento che per ora resta destrutturato e impalpabile. Il ministro dell’Interno uscente, Bruno Retailleau, ha fatto dispiegare nelle strade 80mila tra poliziotti e gendarmi per così garantire ordine pubblico promettendo “tolleranza zero”.

La mobilitazione è cominciata e nella giornata di ieri ci sono stati i primi scontri. Il prefetto di polizia di Parigi Laurent Nuñez ha spiegato che si tratta di un movimento senza “reali organizzatori, un appello generalizzato con una moltitudine di iniziative, ripreso da movimenti di ultrasinistra e di estrema destra, che invocano azioni piuttosto dure”.

Retailleau ha evocato, più in generale, “un mese di settembre propizio a ogni tipo di disordine” ed ha aggiunto che “abbiamo bisogno molto rapidamente di un primo ministro affinché il potere sia visibile. È di importanza capitale, anche in materia di mantenimento dell’ordine”, ha esortato il ministro nonché leader dei Républicains.

Dall’estrema destra all’estrema sinistra

Il Corriere della Sera, in un articolo di ieri spiegava che le prime proteste erano scoppiate prima dell’estate ed erano guidate dalla destra di France Insoumise:. “Una protesta nata prima dell’estate negli ambienti semmai dell’estrema destra sovranista, pro-Frexit e no vax”.

Ora però, ad impossessarsi del movimento sarebbe la sinistra di Mélenchon. Spiega ancora il Corriere: “I bloquons tout sono più giovani e più diplomati. E se i gilet gialli erano tanti pensionati trasversali e poco politicizzati, i ‘blocchiamo tutto’ sembrano ormai in prevalenza di sinistra radicale: Mélenchon è riuscito a impossessarsi del movimento”.

Ancora il Corriere: “Se Marine Le Pen non nega il suo appoggio ideale, il Rassemblement national è un partito ormai legge e ordine che teme eccessi, incidenti e non ama il movimentismo preferendo le urne. Mélenchon invece punta tutto sulla piazza: il suo destino politico, più ancora di quello di Macron, dipende molto dal successo o meno della mobilitazione di oggi”.

Oltre alle proteste imprevedibili, nuovi disagi sono attesi per lo sciopero generale che ci sarà il prossimo 18 settembre. Una mobilitazione ben più classica, indetta in questo caso dai sindacati.

Published by
Lorenzo Briotti