Putin: "Il Donbass sarà nostro". Schiaffi alla Nato e carezze a Trump. Che per Macron "potrebbe tradire Kiev" (foto Ansa-Blitzquotidiano)
I suoi obiettivi, strategici, Vladimir Putin li ha ribaditi ancora una volta: gli ucraini devono ritirarsi dal Donbass altrimenti “lo prenderemo con la forza”.
“L’accordo è difficile”, ha rincarato il leader del Cremlino, rinnovando le accuse alla Nato: “La sua espansione ad est rappresenta una minaccia per noi”. Decisamente più concilianti invece i commenti su Donald Trump, che nel frattempo ha allentato le sanzioni al gigante petrolifero russo Lukoil.
La sintonia Trump-Putin è un tema delicato per le cancellerie europee, anzi la sfiducia nei confronti del tycoon sembra aumentare. Significativa in questo senso la ricostruzione dello Spiegel sulla call tra i leader occidentali di lunedì scorso.
“C’è la possibilità che gli Stati Uniti tradiscano l’Ucraina sul territorio senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza”, avrebbe detto Emmanuel Macron, secondo quanto è emerso da appunti scritti in inglese durante la riunione. Mentre Friedrich Merz avrebbe invitato Zelensky a essere “molto cauto nei prossimi giorni”, aggiungendo che “stanno giocando sia con voi che con noi”.
“Tutto si riduce a questo: o libereremo questi territori con la forza, oppure le truppe ucraine lasceranno questi territori”, è la posizione sintetizzata da Putin in riferimento al Donbass e alla “Nuova Russia”, ossia tutti i territori annessi.
Quindi nessuna marcia indietro dello zar, che è stato intervistato da un giornale indiano in occasione della sua visita a New Delhi, per consolidare la proiezione a est della Russia sfruttando il canale energetico. “Narendra Modi non cede alle pressioni per non comprare il nostro petrolio”, il suo commento soddisfatto dopo il faccia a faccia con il premier indiano.
“Non possiamo lasciare l’Ucraina e Volodymyr da soli con questi tizi”, le parole attribuite al presidente finlandese Alexander Stubb e riferite a Witkoff e Kushner.
L’Eliseo, interpellato sulla ricostruzione, ha puntualizzato che il presidente “non si è espresso in questi termini” e la cancelleria tedesca si è limitata ad un “non possiamo commentare i singoli resoconti dei media e per principio non possiamo riferire su conversazioni riservate”.
Ma secondo il periodico tedesco due partecipanti alla call hanno assicurato che i contenuti sono stati riprodotti fedelmente, anche se non hanno voluto confermare le singole dichiarazioni poiché si trattava di un incontro riservato.
In questa fase complicata del negoziato, Macron è volato a Pechino per incontrare Xi Jinping. Chiedendo al più influente alleato della Russia di contribuire a porre fine alla guerra.