Putin e Trump, la loro salute preoccupa, ecco quello che si sa e quello che è apparso in pubblico - Blitzquotidiano.it (foto ANSA)
Donald Trump emette una sentenza: “La guerra in Ucraina è una carneficina senza senso”.
Se è così, per quale ragione si continua a temporeggiare, a dire un giorno sì e l’altro no, a non trovare quel punto di incontro che ponga fine al massacro?
Perché il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov afferma che il tema dei negoziati per “Zelensky è solo un gioco”.
Ancora: per quale misteriosa ragione il vertice russo- ucraino è stato rimandato sine die finendo nel dimenticatoio? Se Donald e Vladimir sono quei potenti che il mondo riconosce per quale motivo non si impegnano a far finire un conflitto che porta soltanto morte e distruzione?
Invece, si preferisce “giocare” con le parole, magari fingere un accordo per poi tornare sui propri passi. Perciò, a Kiev e dintorni si continua a morire oppure a vivere nei ricoveri sotterranei per evitare le bombe che piovono quotidianamente dal cielo.
Eppure, le premesse c’erano tutte per arrivare ad un incontro che poteva dire- in un primo momento- tregua. Il vis a vis in Alaska, la riunione a Washington con il vertice europeo al completo, l’appuntamento tra i due contendenti che si sarebbero visti per trovare un denominatore comune.
Poi, giorno dopo giorno, questa euforia per arrivare alla pace è svanita. Nemmeno, l’ultimo appello del Papa è riuscito a far ritrovare il bandolo della matassa. Niente, tutto come prima: tante chiacchiere, pochi fatti.
È chiaro che se Putin e Zelensky mantengono ferme le loro posizioni, il traguardo non si taglierà mai. Il Cremlino non vuole rinunciare a quelle terre che ha occupato negli anni di guerra; Kiev ribatte che il loro territorio rimarrà quello che è perché i confini non si cambiano con la forza.
Insomma, siamo punto e da capo, pure se il presidente americano parla di una carneficina senza senso e il dittatore russo risponde che è pronto a trattare senza rinunciare a quel che ha conquistato.
La sicurezza in primo luogo: eccolo il must degli ucraini: Zelensky pensa al domani, non si fida del dittatore russo: perciò chiede di entrare nella Nato. Non se ne parla nemmeno, replica Mosca.
Quale può essere il compromesso? Quello suggerito dall’Unione Europea e in prima fila da Giorgia Meloni: l’impegno a intervenire a Kiev con i soldati della Ue per difendere il Paese da una seconda invasione in modo che il patto venga rispettato. Poteva essere una soluzione, ma anche questa è svanita nel nulla.
Zelensky vuole dare al suo popolo un futuro tranquillo, ecco perchè insiste nella richiesta di avere soldati stranieri che possano difendere il territorio.
L’Europa è divisa. Emmanuel Macron dice si senza se e senza ma, l’Italia è contraria, significherebbe- sostiene la Meloni – l’inizio di una guerra assai pericolosa, il prodromo di un terzo conflitto mondiale.
Antonio Taiani cerca di smussare gli angoli di un dissidio scoppiato fra Matteo Salvini e il presidente francese. “Si metta l’elmetto e ci vada lui a combattere”. Ne è nata una brutta controversia che il nostro ministro degli Esteri ha tentato di placare. “La politica internazionale spetta al sottoscritto ed alla premier”: Comunque sia, rimane la decisione che il nostro esercito non andrà in Ucraina. Tutt’al più. un determinato numero di soldati per sminare la terra e il mare.
Si accontenterà Macron? Chi lo sa? Pensiamo di no e badiamo a quel che succederà domani. Ad esempio, se la Cina vorrà intervenire per promuovere la pace o se la lettera di solidarietà mandata da Xi Jinping a Zelensky (nel giorno del trentaquattresimo anno dell’indipendenza) sia soltanto una formalità.
Non dimentichiamoci dei problemi del nostro Paese che sono sempre gli stessi con il braccio di ferro tra destra e sinistra per le elezioni regionali. Degli inutili balletti tra maggioranza e opposizione gli italiani ne hanno piene le tasche.
Plaudono invece alla notizia che Sofia Raffaeli ha vinto la medaglia d’oro nel cerchio della ginnastica artistica e guardano con stupore a quel che avviene da ieri sui campi di calcio. Un arbitro annulla un gol e spiega al pubblico perchè è giunto a questa decisione.
Lo fa quasi urlando perchè la folla sugli spalti è tanta. Chissà se in futuro potrà chiedere agli stessi spettatori le ragioni per cui lo hanno fischiato e magari gli hanno detto: “Sei un cornuto”. Vorrei esserci quel giorno se non sarà troppo in là.