Trump il paciere è sicuro: entro una settimana sarà pace a Gaza: venisse un po’ anche in Italia - Blitzquotidiano.it (Donald Trump nella Foto Ansa)
Donald Trump è sicuro: entro una settimana anche a Gaza arriverà la pace.. Sarà pur vero, ma intanto si continua a morire. Ieri sono state uccise altre 62 persone, tutte estranee alla guerra, anzi contro la guerra.
Lo sterminio non ha un attimo di tregua, eppure si parla giornalmente di trattative, di spiragli, di nuove riunioni che potrebbero dare la svolta vera alla situazione. La verità è che in pochi credono a coloro che predicano ottimismo.
Il presidente americano non si lascia pregare: una dichiarazione non fa male a chi governa, a volte lo aiuta. Queste sono chiacchiere e nulla più. A Gaza, la gente muore di fame, rischia una revolverata se si azzarda a mettersi in fila per assicurarsi un piatto per sé e per i propri figli. Possibile che non si trovi una via d’uscita, una idea che possa riportare la tranquillità in quella striscia di terra?.
Tra Teheran e Tel Aviv, quando si è voluto, il conflitto che tutti temevano è durato soltanto dodici giorni. Poi le bombe di Trump, la paura dei vertici iraniani, forse anche un po’ di buon senso hanno finito col prevalere. Le telecamere del tg1 sono entrate 48 ore fa a Gaza filmando la distruzione, le macerie, la gente che chiede aiuto e invoca un pezzo di pane. Oltre ai palazzi che non ci sono più, alle strade irriconoscibili, alle carovane che fuggono per raggiungere luoghi dove i missili non hanno obbiettivi da abbattere.
Mentre tutto questo accade in una parte del Medio Oriente, in Ungheria si celebra il gay pride. Sfilano in decine di migliaia per le strade di Budapest. Nonostante il divieto di Orban, questo popolo non si è fatto intimidire ed ha invaso la città. Erano tanti: c’è chi dice addirittura più di centomila. Ma al di là dei numeri che variano a seconda delle ideologie, non c’è alcun dubbio che la manifestazione sia stata un successo.
Senza incidenti, dribblando qualche tentativo di alcuni sconsiderati che volevano turbare il corteo. Se un errore si può addebitare ad Orban è quello di aver vietato la marcia, rendendola quindi “politica”. Chi voleva strumentalizzare il corteo si è fregato le mani ed in cuor suo ha sperato in un incidente che avrebbe potuto mettere il leader con le spalle al muro Tanto più che il sindaco della capitale aveva detto si alla manifestazione sfidando (non è poco) Orban.