
Il racconto di Mariano Maugeri, inviato dal Sole 24 Ore a Civitanova Marche, è senza troppo fronzoli:
“Un suicidio lucidamente pianificato, la resa dopo anni e anni di lotte contro il tempo per rincorrere una pensione che con le nuove regole si era allontanata di cinque anni, troppi per Anna, casalinga da sempre e una pensione di 500 euro, e Romeo, esodato con una vita da manovale e due mani come badili che chiedevano solo di continuare a rimestare calce e cazzuola.
“Dentro il grande gioco economico e finanziario di questa crisi che azzanna i destini individuali, c’è pure la storia solo apparentemente minima di un codice culturale che è il concentrato di orgoglio, disperazione e quella incoercibile ma inviolabile dignità che Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi pensavano fosse stata compromessa per sempre.
“Distrutti per un debito accumulato prima con una banca e poi con una finanziaria con il miraggio di colmare la voragine che la nuova legge sulle pensioni aveva aperto nella vita di Romeo Dionisi”.
Romeo Dionisi perde il lavoro due anni fa e poco dopo la legge Fornero sposta la sua pensione a 67 anni. Lui di anni ne ha solo 62 e di contributi solo 35. Ma lui
“non si arrende: apre la partita Iva e diventa piccolissimo imprenditore nel campo delle ristrutturazioni edilizie. Civitanove Marche, 40mila abitanti, è l’epicentro del distretto calzaturiero – Casette d’Ete, il quartiere generale di Diego della Valle è a sei chilometri da qui – a sua volta immerso nella provincia di Macerata che rimane leader italiano nella produzione di infissi per porte.”
Ma Romeo non funziona come imprenditore
“lavora ma si accumulano i crediti non riscossi. I clienti non pagano, e a Romeo non resta che bussare alla porta dei pochi pescecani sopravvissuti al crollo del mercato edilizio. Torna manovale alla corte di impresari improvvisati che, in linea con i clienti, gli negano il salario. L’Inps però esige i pagamenti trimestrali dei contributi, altrimenti addio pensione. La casa in affitto costa 600 euro al mese e l’assegno da casalinga di Anna riesce a malapena a coprire le spese per la pigione, poi ci sono i 700 euro di pensione di Giuseppe, il fratello settantenne di Anna che vive con loro”
e che, quando, e toccherà proprio a lui, scoprirà i corpi di Romeo e Anna
“appesi nella cantina-box corre verso il mar Adriatico che bagna Civitanova Marche e si lascia inghiottire. Una tragedia nella tragedia”.
La tragedia si dipana, tra povertà e decoro. All’ex sindaco presidente del Consiglio comunale Ivo Costamagna, venti giorni fa hanno detto:
“Verranno a pignorarci la macchina, capisci? È un’umiliazione troppo grande, io non ce la faccio”.
Costamagna propone di accompagnarli personalmente ai servizi sociali:
“Noi in Comune non ci mettiamo piede! Un’altra umiliazione non la sopportiamo”.
Secondo Maugeri, decidono di farla finita
“quando apprendono che i mancati pagamenti all’ Inps hanno decretato il blocco della Durc, il documento di regolarità contributiva senza il quale è impossibile continuare a lavorare. Di fronte a Ivo Costamagna i coniugi Dionisi sono divisi: Anna implora Romeo di chiudere la partita Iva: «Ci sta trascinando a fondo», dice a bassa voce. Romeo, almeno all’apparenza, sembra non voler mollare. E nel foglietto che porge all’ex sindaco aggiunge che «il commercialista Concetti Pierluigi non mi a’ (così con l’apostrofo nel testo, Ndr) ancora cancellato come artigiano».
“Quella parola, artigiano, tiene Romeo ancora al di qua della morte. Dura poco. Ritirato il Durc e con un debito di 15mila euro non resta che andare ai servizi sociali di Civitanova, che in due mesi hanno bruciato il budget di 50mila euro destinato alle famiglie indigenti per pagare l’affitto delle abitazioni. Anna e Romeo dei servizi sociali non vogliono saperne.
“Piuttosto che entrare in Comune decidono di lasciarsi alle spalle la porta di ferro arrugginito della cantina box di via Calatafimi 40 e affidare ai loro corpi senza vita l’atto di accusa più implacabile e perentorio”.
Riportiamo al fondo l’attacco dell’articolo, in prima pagina del Sole 24 Ore, un po’ letterario, ma da bividi:
“La vecchia Panda blu di Romeo e Anna con i sedili consumati dal tempo e un ramoscello d’ulivo rinsecchito appoggiato sul cruscotto è parcheggiata a due metri dalla cantina-box con una porta e una grata arrugginite di via Calatafimi 40, a Civitanova Marche, uno stabile dell’edilizia arrembante degli anni ’70 con i mattoni rossi e un portoncino anonimo di alluminio anodizzato che brilla sotto la luce metallica di un negozio per animali. Romeo e Anna li hanno trovati appesi a una trave di quella cantina, il volto di entrambi rivolto verso il muro umido, schiena contro schiena per evitare di guardarsi negli occhi mentre la morte sigilla gli ultimi rantoli di vita”.