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Dario Fo attacca Eugenio Scalfari: convertito al culto di Matteo Renzi

di admin |24 Aprile 2014 12:44

Dario Fo sul Fatto Quotidiano: “Ricette di Eugenio Trombati e felici”

ROMA – Dario Fo sul Fatto quotidiano, in un commento dal titolo “Ricette di Eugenio, trombati e felici”ironizza su una presunta “conversione” di Eugenio Scalfari al culto di Matteo Renzi. Nel mirino dell’attore premio Nobel c’è l’articolo pubblicato nel giorno di Pasqua dal fondatore di Repubblica: “Questa volta il premier mi piace. Ma…”

Secondo Fo, molto scettico sulle iniziative di Renzi, quella di Scalfari è una sorpresa nascosta nell’uovo di Pasqua che il giornalista “regala” ai suoi lettori. Mentre il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti con reddito annuo lordo da 8.000,01 a 24 mila euro e i tagli decisi da Renzi sono “operazioni arrangiate tanto per far effetto sui gonzi sprovveduti”:

Per Pasqua Scalfari ci ha fatto una sorpresa: dentro l’uovo nel suo quotidiano abbiamo trovato una novità sconvolgente sul progetto Renzi: “Questa volta il premier mi piace ma… (sospensione a effetto). Riconosco le sue doti di comunicatore e di seduttore: è il figlio buono di Berlusconi ma senza scheletri nell’armadio”. Già, e noi ci permettiamo di aggiungere: ha solo qualche uovo degli scheletri, ma lasciagli il tempo e vedrai che quegli ovetti matureranno… Caspita che covata! Poi Scalfari riprende: “Ha coraggio ed ama il rischio, ma politicamente improvvisa, e spesso le sue improvvisazioni sono fragili, pericolose e preoccupanti”. Evviva, lo ammette perfino Eugenio, ma non si ferma qui: attenti, ora ci sarà pure l’elenco dei tonfi di Matteo nello scarampazzo della nostra politica. Dice: “Tanto per incominciare: la sua operazione di taglio del cuneo fiscale è preoccupante: appartiene a quel tipo di intervento per quanto riguarda le coperture, gran parte delle quali scricchiolano, cartoni appiccicati l’uno all’altro con le spille che spesso saltano via”. Cioè, conclude Scalfari, si tratta di operazioni arrangiate tanto per far effetto sui gonzi sprovveduti. Ma con le autorità europee come la mettiamo? A ’sto punto sarà difficile che quelli ci caschino al punto di concedere lo slittamento del 3 % sul debito pubblico. Attenti: “La tassa sulle banche è retroattiva e comunque è una-tantum non ripetibile”. Accidenti che forza lo Scalfari! Siamo qui tutti stupiti ed ecco che in sovrappiù arriva a svelarci che i tagli alla difesa, cioè a dire gli F-35 da rifiutare, sono rinviati, non aboliti. Scalfari, trasformato all’istante in una voce della verità, ci avverte che quei denari che Renzi dichiara di voler togliere alla Lockheed sono una sottrazione fasulla, è denaro inamovibile: te lo tolgo per finzione ma lo do indietro per davvero.

PROSEGUENDO: il maggior incasso dell’Iva è un anticipo di un anno e ce lo ritroveremo sul groppone nel 2015; il pagamento dei debiti alle aziende creditrici, che doveva essere di almeno 17 miliardi, è stato ridotto a 7, quindi più che dimezzato. Oddio, vuoi vedere che è tutto un bidone? Infine saltano fuori gli incapienti. Ma chi diavolo sono ’sti incapienti? Andiamo a scoprirlo sullo Zingarelli: “Incapiente è colui che si trova incapace di coprire determinate passività, cioè un debito in denaro”. Hai capito? Sono degli incapaci, cioè i colpevoli della propria condizione economica sono essi stessi, non è l’avidità delle banche. Papa Francesco li chiama “poveri”, ma ormai tutti i politici di rango hanno sostituito il termine “in povertà” di San Francesco con quest’altro in cui la colpa è giustamente addebitata agli incapaci-desueti. Infatti sono loro che creano le crisi internazionali, mica l’avidità delle finanze! E che dire dei “contributi da parte dei Comuni il cui pagamento però può essere accompagnato dall’aumento delle imposte comunali che potrebbero vanificare o ridurre fortemente” il dono di 80 euro per i residenti nel Comune? Cioè a dire: il famoso “bonus” che i non-abbienti si troveranno nel portafoglio sarà asciugato ipso-facto per ricoprire il debito comunale. E qui Scalfari ammette che tutti questi aspetti negativi sono stati segnalati alla vigilia di Pasqua dai colleghi Boeri, Fabini, Bei, De Marchi, Conte proprio sul nostro giornale. Come si può ignorarli? In coro essi ci offrono un bilancio negativo dell’operazione Renzi, lo ammette Scalfari stesso.

MA QUI IL PRESIDENTE del quotidiano, dopo aver preso un’adeguata rincorsa, esegue un salto mortale all’indietro carpiato. Roba da spaccarsi in pezzi! Egli dichiara: “Eppure a me questi vari e sconnessi cartoni appiccicati da Renzi con le spille al muro, piacciono assai! Insolitamente, trovo soddisfacente tutta l’operazione”. Insomma, in poche parole Scalfari svela: tutta l’operazione è una bufala gigante, ma l’importante è che funzioni. Sì, perché: “Questa è una sveglia, uno squillo di tromba in un disperato silenzio di sfiducia e di indifferenza”. Splendida retorica! Sentenza offerta in gran stile. Sì, Scalfari riconosce: è un bidone suonato con la tromba, insomma si tratta di una trombata… a milioni di cittadini prossimi al voto. Sveglia! Come dice un vecchio adagio: “Chiagni, vota e tromba”. Scalfari ammette che si tratta di una spudorata operazione di marketing a effetto: “Probabilmente sposterà voti nelle prossime consultazioni europee pescando nell’elettorato dei non votanti, degli indecisi, dei grilli scontenti, dei berlusconiani delusi…”. Ammazza, che ammucchiata! Ma soprattutto sarà di gran vantaggio per il Pd, sarà una pesca miracolosa. Le reti della menzogna e dell’inganno son già gettate nel mare torbido della nostra politica. Che retata di candidi e allocchi! Eccoli, guarda come sbattono sorpresi dentro i secchi del pescato! Ma si sa, il popolo degli elettori è composto da boccaloni facili. Scambiano tranquillamente l’inganno con la verità. Ce l’ha dimostrato il padre putativo di Renzi, Silvio, il re delle televendite! “Abboccate tranquilli! È tutto registrato dal notaio”. Scalfari continua con la sua confessione: “Si è detto da molte parti che l’operazione del bonus in busta-paga non è un programma organico ma uno spot elettoralistico. È esattamente così. E venerdì sera nella trasmissione Otto e mezzo lo ha ammesso lo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (braccio destro di Renzi!) Graziano Delrio.

Con lui (ci confida Scalfari): questo è uno spot elettorale che forse, speriamolo, diventerà un programma pensato e strutturato nel 2015. (Siamo a cavallo! Meno male che Scalfari non ha mai azzeccato una previsione in 40 anni di articoli di fondo sul suo quotidiano!). Ma se, come i sondaggi indicano (Eugenio sta parlando delle sue inchieste) il risultato elettorale del 25 maggio vedrà il Pd al primo posto largamente davanti a Forza Italia e a Grillo, quel risultato non sarà soltanto un effimero successo di Renzi, che certamente soddisferà il suo amor proprio, ma cambierà anche i rapporti di forza nella politica italiana e la posizione del nostro paese nella politica europea”. Ascoltate le trombe di Eugenio e di Eustachio che squillano festanti la vittoria! Ammazza che botta! E tutto solo a forza di frottole! Ma la beffa delle promesse elettorali esploderà come i palloncini di Carnevale. E continueremo a vedere centinaia di migliaia di operai licenziati causa esubero, laureati emigrati trasformati in camerieri e spazzini, donne avvilite nella loro condizione sotto-umana, pensionati in fila alla Caritas, piccoli imprenditori impiccati nei garage… Pardon, m’è scappata una boccata di populismo… con le tasse che aumentano, il debito che straripa e il Pil bloccato come un paracarro di pietra in mezzo alla strada. Oddio, che mi prende? Mi sto scoprendo: sono un pessimista, un gufo, un rosicone. Non riesco a immaginare un mondo migliore e sono anche antistorico, dimenticando di vivere nella patria di Machiavelli”.

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