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Problema irrisolvibile? Prova a mangiare un po’ di insetti

di Emiliano Condò |1 Luglio 2014 18:49

Problema irrisolvibile? Prova a mangiare un po’ di insetti

ROMA – Hai un problema che proprio non riesci a risolvere? Mangia una manciata di insetti, ti aiuterà. E’ il risultato di una ricerca condotta dall’équipe guidata da Amanda Melin, antropologa all’Università Washington di Saint Louis. Secondo l’antropologa, infatti, siamo diventati quello che siamo anche grazie alla nostra abitudine di cercare e catturare lumache e altri insetti che si annidano nel terreno.

In particolare, nei secoli, questo particolare tipo di “caccia” avrebbe migliorato la capacità di “problem solving” e quindi le capacità cerebrali.

Dello studio parla Federico Mereta sul Sole 24 Ore:

Lo studio, apparso sulla rivista Journal of Human Evolution, è il primo a dimostrare sul campo una realtà di questo tipo, spiegando grazie all’esempio di particolari scimmie che la necessità aguzza l’ingegno. O meglio: andando in cerca di insetti nascosti sotto terra o perfettamente celati nella vegetazioni l’essere umano avrebbe portato avanti i propri processi cognitivi, migliorando progressivamente.

Certo, come spiega Mereta, lo studio è condotto sulle scimmie e il trasferimento dei risultati all’uomo non è necessariamente automatico. 

Dalla scimmia all’uomo, come in un sillogismo aristotelico peraltro tutto da dimostrare, ecco l’audace teoria evoluzionistica. Come gli animali che si sono trovati a mangiare insetti hanno avuto nei millenni una sorta di vantaggio competitivo in termini di capacità di adattamento cerebrale, manualità e destrezza, così anche per gli esseri umani potrebbe essere accaduto qualcosa di simile. D’altro canto la dieta degli uomini preistorici potrebbe aver incluso tanti alimenti da “ritrovare” sotto terra, dalle termiti ai tuberi. E forse, proprio grazie a questi stress alimentari, progressivamente il cervello si è evoluto!

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