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Crackers, solo 4 marchi si salvano: sul podio dei peggiori uno famosissimo (e insospettabile)

Quali sono i migliori crackers in commercio e quali i peggiori? Tra di essi ce n’è uno molto famoso e consumato.

Cosa si nasconde realmente all’interno dei crackers che consumiamo quotidianamente? Questo è il quesito che si è posto il team della rivista svizzera K-Tipp, che ha condotto un’analisi approfondita su dodici marchi di crackers a base di cereali. L’indagine ha rivelato la presenza di sostanze potenzialmente dannose, come pesticidi e acrilammide, sollevando interrogativi importanti sulla sicurezza alimentare e sulla qualità dei prodotti più noti sul mercato.

Differenze tra crackers: i migliori e i peggiori

Il test ha messo in risalto differenze significative tra i cracker integrali e quelli a base di farina bianca. I cracker integrali si sono dimostrati superiori per quanto riguarda il contenuto di fibre, risultando più sani e privi di contaminanti. Al contrario, i cracker a base di farina bianca, oltre a essere meno nutrienti, hanno mostrato una maggiore presenza di grassi e, in alcuni casi, anche di residui di pesticidi o sostanze pericolose come l’acrilammide.

Dei dodici prodotti analizzati, solo quattro hanno ottenuto una valutazione positiva. Il migliore in assoluto è stato il “Bio Original Spelt” di Dar-Vida Naturaplan, un cracker integrale che si distingue per il suo alto contenuto di fibre e la bassa quantità di grassi, oltre a essere privo di pesticidi. Questo è un dato rilevante, considerando che un adulto dovrebbe assumere quotidianamente almeno 30 grammi di fibre per favorire la salute intestinale e prevenire malattie come il diabete e le patologie cardiovascolari. È interessante notare che i cracker integrali possono contenere circa il 10% di fibre, in linea con i livelli presenti nell’avena, mentre quelli a base di farina bianca hanno solo circa un terzo di questo valore.

Sostanze nocive nei crackers – blitzquotidiano.it

Uno dei risultati più allarmanti del test riguarda la presenza di acrilammide, una sostanza potenzialmente cancerogena che si forma durante la cottura ad alte temperature degli alimenti ricchi di amido. È emerso che un famoso marchio di cracker ha registrato il livello più alto di acrilammide tra tutti i prodotti analizzati. Sebbene i livelli riscontrati siano rimasti al di sotto dei limiti legali stabiliti in Svizzera, la presenza di questa sostanza nei prodotti destinati al consumo quotidiano, specialmente per i bambini, è motivo di preoccupazione.

Le marche che si sono posizionate in fondo alla classifica, tra cui i noti cracker Tuc, hanno ricevuto valutazioni molto negative. I Tuc, in particolare, sono stati penalizzati per il loro elevato contenuto di grassi (oltre 20 grammi per 100 g) e per la significativa presenza di acrilammide, il che li ha resi i peggiori del test. In Svizzera, il limite legale per l’acrilammide nei cracker è fissato a 400 microgrammi per chilogrammo, ma i Tuc hanno superato oltre la metà di questo valore, suscitando preoccupazione tra i consumatori.

Sostanze chimiche nei cracker

Non solo acrilammide, ma anche sostanze chimiche come deltametrina e piperonilbutossido sono state trovate nei Tuc. La deltametrina è un pesticida noto per i suoi effetti potenzialmente negativi sul sistema ormonale, mentre il piperonilbutossido è sospettato di causare danni a fegato e reni. Le quantità riscontrate, sebbene considerate basse dai produttori, contribuiscono a un quadro allarmante riguardo la sicurezza alimentare.

Anche i cracker Gran Pavesi hanno mostrato risultati preoccupanti, posizionandosi penultimi nella classifica. Nonostante presentassero livelli minimi di acrilammide, il laboratorio ha identificato residui di pirimifosmetile, un pesticida noto per i suoi effetti tossici sugli organi a lungo termine. Questi risultati mettono in evidenza come anche i prodotti considerati di marca possano non essere esenti da contaminanti.

Published by
Romana Cordova