Diabete, dieta mima digiuno può migliorare il controllo della glicemia (blitzquotidiano.it)
Il diabete di tipo 2 è una delle sfide sanitarie più importanti del nostro tempo. Colpisce milioni di persone in tutto il mondo e spesso richiede una gestione quotidiana molto attenta, fatta di farmaci, controlli e cambiamenti nello stile di vita. Negli ultimi anni, però, la ricerca scientifica ha iniziato a guardare con crescente interesse a nuove strategie alimentari, tra cui una in particolare: la dieta che simula il digiuno, nota anche come fasting-mimicking diet (FMD).
Un nuovo studio presentato a giugno 2025 all’American Diabetes Association ha mostrato risultati promettenti: seguire questa dieta per 5 giorni al mese può aiutare a ridurre i livelli di zucchero nel sangue, favorire la perdita di peso e perfino ridurre la dipendenza dai farmaci. Ma cos’è davvero la FMD? E può diventare un alleato concreto nella lotta contro il diabete?
La chiave del successo della FMD risiede nella restrizione calorica periodica, che induce una serie di risposte metaboliche benefiche. A differenza del digiuno totale, questa dieta prevede un apporto calorico molto limitato — ma non nullo — per alcuni giorni consecutivi ogni mese.
Durante questi cinque giorni, l’alimentazione è a base di alimenti vegetali, poveri di zuccheri e proteine, ma ricchi di grassi insaturi e fibre, pensati per fornire nutrienti essenziali senza “accendere” i normali segnali metabolici legati al cibo. In pratica, l’organismo entra in uno stato simile al digiuno, attivando meccanismi di riparazione cellulare, riduzione dell’infiammazione e miglioramento della sensibilità insulinica.
Lo studio in questione ha coinvolto pazienti con diabete di tipo 2, inseriti in un programma clinico che prevedeva l’adozione mensile della FMD, sotto la supervisione di medici e dietisti. I partecipanti hanno seguito il programma per almeno tre o sei mesi.
I risultati? Significativi:
Uno dei problemi più grandi delle diete restrittive è la loro scarsa sostenibilità nel tempo. Tuttavia, la FMD sembra superare questo ostacolo. Essendo concentrata in soli 5 giorni al mese, risulta più semplice da seguire rispetto a regimi quotidiani o settimanali di restrizione calorica.
Secondo gli autori dello studio, la maggior parte dei partecipanti è riuscita a integrare la dieta nella propria routine, senza grandi stravolgimenti nella vita familiare o lavorativa. Fondamentale, però, è il supporto fornito da professionisti della salute, che aiutano nella pianificazione, nella gestione dei sintomi transitori e nella personalizzazione del protocollo.
Nonostante i numerosi benefici, la dieta che simula il digiuno non è adatta a tutti. I medici coinvolti nello studio hanno evidenziato alcuni effetti collaterali durante i 5 giorni di dieta, come:
Sintomi che si sono risolti tra un ciclo e l’altro, ma che potrebbero rappresentare un problema per soggetti fragili o con patologie concomitanti.
La FMD è controindicata in alcune condizioni, tra cui:
Come sempre, è fondamentale consultare un medico prima di iniziare un piano alimentare di questo tipo.
Negli ultimi anni, le diete a restrizione calorica giornaliera sono state spesso raccomandate per il controllo del diabete. Tuttavia, numerosi studi hanno mostrato che nel tempo il corpo si adatta a queste restrizioni, rallentando il metabolismo e rendendo più difficile il mantenimento del peso perso.
Il digiuno intermittente e, in particolare, la FMD offrono un’alternativa valida: si tratta di strategie cicliche, che sembrano stimolare il metabolismo senza attivare le stesse resistenze fisiologiche. Inoltre, potrebbero avere effetti positivi sull’invecchiamento cellulare, sulla riduzione dello stress ossidativo e su altri aspetti della salute metabolica.
Il dato più incoraggiante di tutti è che in alcuni casi, seguire una FMD in modo regolare e sotto controllo medico ha portato non solo a migliorare i sintomi, ma a una parziale o totale remissione del diabete di tipo 2.
Ciò non significa che la dieta sia una cura miracolosa, ma indica chiaramente che lo stile di vita può avere un impatto decisivo, potenzialmente anche più dei farmaci, quando applicato con rigore e personalizzazione.