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Gesù antesignano delle pari opportunità: ogni femmina che si farà maschio nel Regno dei cieli

Gesù disse: “Ogni femmina che si farà maschio entrerà nel Regno dei cieli”. La frase oggi può suonare un po’ ambigua ma se pensiamo a come era la società in Palestina resto del mondo 2000 anni fa vediamo conto che sono parole rivoluzionarie.

Una specie di antesignano delle pari opportunità.

Il rapporto di Gesù con le donne era infatti ben diverso da quello del resto dell’umanità: aperto alla loro partecipazione nella vita degli apostoli, le considerava alla pari e loro lo ricambiavano con aiuti e segni di grande devozione.

San Pietro considerava le donne esseri inferiori

Gesù antesignano delle pari opportunità: ogni femmina che si farà maschio nel Regno dei cieli – Blitzquotidiano.it (foto da Famiglia Cristiana)

Le riporta il Vangelo (apocrifo) di Tommaso (114). Simon Pietro ordina: «Cacciate via Maria, perché le femmine non sono degne della vita». La replica di Gesù è decisa: «Io le insegnerò a diventare maschio, perché anche lei possa divenire uno spirito vivo simile a voi maschi. Poiché ogni femmina che si farà maschio entrerà nel Regno dei cieli».

Il Vangelo di Luca (Lc 7,36-5) chiarisce bene l’atteggiamento di Gesù verso le donne.

Gesù era stato invitato a mangiare nella casa di un fariseo e si era appena messo a tavola.

Ed ecco, racconta Luca, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.

Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi èvvv, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

Gesù allora replicò con una parabola.

«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».

E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».

Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Ulteriore conferma viene sempre da Luca (Lc 8,1-3).

Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.

C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Gesù amava i peccatori

Ernest Renan, nella sua Vita di Gesù, ulteriormente elabora:

Chi ha peccato è dipinto come avente una specie di privilegio su quello che fu sempre giusto. Donne, deboli o colpevoli sorprese da tanto fascino, gustando la prima volta il contatto attraente della virtù, liberamente lo avvicinavano e si stupivano che non le respingesse. «Oh!», si dicevano i puritani, «quest’uomo non è un profeta: giacché, se lo fosse, s’accorgerebbe subito esser peccatrice la donna che lo tocca.»

Gesù rispondeva con la parabola di un creditore che condonò ai suoi debitori somme diverse, non temendo di preferire la sorte di quello a cui fu condonato il debito più forte. Egli non valutava lo stato di un’anima, che in proporzione dell’amore che vi sentiva dentro. Donne col cuore pieno di lacrime predisposte ad accettare i loro falli, erano più vicine al suo regno delle nature mediocri, le quali spesso non hanno gran merito per non aver sbagliato.

È chiaro, da un’altra parte, che queste tenere anime, trovando nella loro conversione alla setta un facile modo di riabilitarsi, gli si affezionavano appassionatamente. Ben lungi dal mitigare le critiche che il suo disdegno per le permalosità sociali del tempo andava sollevando, sembrava che si compiacesse nel provocarle. Non fu mai più altamente confessato il disprezzo del mondo, condizione fatale delle grandi cose e della grande originalità.

Egli non perdonava al ricco, se non quando il ricco, a motivo di qualche pregiudizio della società, era malvisto. Ai più distinti ortodossi preferiva apertamente persone poco considerate e di vita equivoca. «I publicani e le meretrici», egli diceva loro, «vi precederanno nel regno di Dio. Venne a voi Giovanni; i publicani e le meretrici gli credettero; e voi pur vedendo ciò non vi pentiste per credere a lui.» Ognuno comprende quanto il rimprovero di non aver imitato il buon esempio delle cortigiane dovesse riuscire sanguinoso per gente che professava gravità e rigidezza morale.

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Sergio Carli