Natale e colesterolo: i 5 errori che tutti commettono a tavola durante le feste (blitzquotidiano.it)
Le festività natalizie rappresentano il periodo dell’anno in cui, più di ogni altro, l’alimentazione diventa ricca, abbondante e spesso poco equilibrata. Tra antipasti invitanti, fritti della tradizione, dolci tipici e brindisi continui, il rischio di vedere aumentare il colesterolo dopo il 26 dicembre è tutt’altro che remoto. Non a caso, diversi studi confermano che i valori lipidici tendono a crescere proprio dopo i cenoni e i pranzi delle feste.
Per evitare brutte sorprese al momento delle analisi di gennaio, gli esperti sottolineano alcuni comportamenti ricorrenti che, inconsapevolmente, favoriscono l’aumento del colesterolo. Ecco i cinque errori più comuni – quelli che quasi tutti commettono – e come prevenirli senza rinunciare al piacere dello stare insieme.
Il primo vero ostacolo per il colesterolo è spesso l’antipasto: salumi, formaggi stagionati, tartine imburrate, salse cremose, fritti in miniatura. Porzioni piccole, ma densissime di grassi saturi. Il problema è che vengono consumati quando la fame è più alta, e senza una reale percezione delle quantità.
I nutrizionisti consigliano di iniziare sempre con qualcosa di leggero — verdure, pinzimonio, piccole insalate o carpacci vegetali — per “frenare” l’appetito e limitare gli eccessi successivi. Non si tratta di rinunciare, ma di scegliere con maggiore consapevolezza.
A Natale il menu tradizionale prevede spesso più primi: lasagne, tortellini in brodo, cannelloni, timballi. Piatti buonissimi, ma carichi di burro, besciamella, carni e formaggi. Il vero errore non è mangiarli, ma accumularne più porzioni.
Gli esperti suggeriscono di sceglierne uno, goderselo lentamente e lasciare spazio al resto del menu. Una singola portata, gustata con calma, è molto meno impattante per il profilo lipidico rispetto a un’alternanza continua tra opzioni ipercaloriche.
I brindisi fanno parte del clima natalizio, ma l’alcol — soprattutto se associato a piatti grassi — può amplificare l’assorbimento dei lipidi e contribuire all’aumento dei trigliceridi.
Non è necessario rinunciare del tutto: l’importante è alternare un calice di vino o spumante a un bicchiere d’acqua, evitare superalcolici a stomaco pieno e non trasformare il pranzo in una lunga degustazione. Moderazione e ritmo fanno la differenza.
Durante le feste, la presenza di frutta e verdura cala drasticamente: l’attenzione è catturata da piatti elaborati e ricchi. Ma fibre solubili, antiossidanti e micronutrienti giocano un ruolo fondamentale nel mantenere il colesterolo sotto controllo.
Molti nutrizionisti suggeriscono di inserire sempre una componente vegetale, anche nei pranzi più abbondanti: insalate croccanti con agrumi, contorni misti, verdure al forno o a vapore. Aiutano a migliorare la digestione, a ridurre l’assorbimento dei grassi e a evitare il classico “crollo” post-cenone.
Uno degli errori più sottovalutati è pensare che, dopo un pranzo impegnativo, il riposo completo sia la scelta migliore. In realtà, una camminata leggera di 15–20 minuti contribuisce a stabilizzare la glicemia e a favorire l’utilizzo dei grassi come fonte energetica.
Le ricerche dimostrano che il movimento post-pasto riduce i picchi glicemici e supporta l’equilibrio metabolico, un aspetto essenziale per chi ha il colesterolo alto. Non serve lo sforzo: bastano piccoli passi, regolari e costanti.
Controllare il colesterolo durante le festività non significa penalizzare il piacere della tavola. Le parole chiave sono equilibrio, porzioni ragionate e piccoli accorgimenti che possono cambiare molto:
alternare piatti più ricchi con portate leggere;
bere con moderazione e sempre accompagnando l’alcol con acqua;
aumentare frutta e verdura;
mantenere una minima attività fisica quotidiana.
Il periodo natalizio può essere vissuto in serenità anche da chi ha colesterolo alto o è a rischio cardiovascolare. Con qualche attenzione in più, è possibile assaporare le tradizioni senza compromettere il proprio benessere.