Bufera Ferrari. Il presidente Elkan “salva” ingegneri e meccanici. E silura i piloti. Il popolo rosso stupito e diviso (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Bufera Ferrari dopo il flop di domenica scorsa in Brasile (Leclerc ed Hamilton ritirati). Da marzo in poi solo amarezze. E così Johnn Elkann, nipote di Gianni Agnelli e capo supremo della scuderia di Maranello, è andato all’attacco. A modo suo, con garbo ma una durezza francamente inattesa. Ha messo nel mirino del suo bazooka i piloti (“parlino meno e si concentrino a guidare”). Un siluro in piena regola. Nessuno se l’aspettava.
Ma quando Elkann è stato circondato dai giornalisti presenti ha vuotato il sacco, spiazzando tutti. Ha atteso la fine ufficiale dell’evento organizzato dal Comitato Olimpico di Milano-Cortina con Stellantis e davanti a taccuini e telecamere si è tolto i sassolini che lo assillavano da 21 Gran Premi. Ha “salvato” ingeneri e meccanici ma “se guardiamo il resto, non è all’altezza”. Quindi ha “pizzicato “ i piloti esprimendo la propria delusione per il doppio ritiro di Interlagos ma anche invitando Leclerc ed Hamilton a non tirare i remi in barca perché “abbiamo di fronte a noi ancora delle gare importanti e non è impossibile ottenere il secondo posto”.
Il presidente Elkann è stato esplicito: ”Quando la Ferrari è unita e quando tutti sono insieme, si possono ottenere grandissime cose”. Ha poi chiarito: ”Abbiamo vinto i Mondiali dell’Endurance in Bahrain con la squadra che nel Wecha riportato la Rossa sul tetto del mondo dopo 53 anni. È una bellissima dimostrazione di come uniti si vinca”.
Le parole del presidente, successore dì Montezemolo (e Marchionne), sono piovute sul “popolo rosso” con la furia di un ciclone tropicale. Ed hanno lasciato il segno. Parole destinate a far discutere a lungo. Le prime reazioni dei fan della Ferrari sono di stupore. E dividono la platea rossa. I più non hanno gradito le accuse ai piloti. È vero che la Ferrari non vince il Mondiale piloti dal 2007 e quello Costruttori dal 2008, ma è quantomeno ingeneroso, se non addirittura sbagliato, attribuire ogni responsabilità a chi guida. E poi la domanda più ricorrente: come può Elkann affermare che ha visto miglioramenti in una vettura (la SF25) che quest’anno non è mai stata competitiva? Inoltre: che senso ha prendersela con Leclerc (amatissimo dai tifosi) o con il “Re Nero” peraltro voluto fortemente dallo stesso presidente? Oltretutto entrambi i piloti hanno il contratto anche per l’anno prossimo – 30 milioni Leclerc, 40 Hamilton – e i “drivers” sono per loro natura, suscettibili, ombrosi, facilmente irritabili. E allora come e dove finirà questa esternazione presidenziale?